Cosa significa oggi "credere" nella società occidentale
votata al positivismo, dove ciò che conta
e' ciò che vedo, sento e tocco ?
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Secondo il cardinale Martini (1) la "fede", nella sua radice ebraica, significa appoggiarsi: come chi si appoggia ad una roccia per non farsi trascinare dal fiume in piena. Fede e' quindi appoggiarsi a Dio, solo a Lui.
Questa fede e' certamente difficile.
Chi ha fede, chi crede, non si limita ad ammettere con intelligenza la realtà di un Essere Superiore, ma si affida a lui con un atteggiamento di abbandono fiducioso, rimette a lui la sua vita, e questo ha un peso determinante sul modo di rapportarsi al mondo, agli altri uomini, e di affrontare le dure prove che la vita non risparmia a nessuno, compresa la morte.
Chi ha fede non si sente più angustiato dal bisogno di sapere se Dio esista o meno. Nè gli viene più di chiedere di raddrizzare ciò che è storto, semmai di continuare ad essere la ragione che lo spinge a tenere conto di Lui nella propria esistenza.
Gli basta vivere la realtà cosi come essa è. Su questo proposito il teologo Hans Kững (2) sostiene: "l'amore di Dio non mi protegge da ogni sofferenza, mi protegge in ogni sofferenza, nell'attesa della vittoria definitiva dell'amore".
La fede è data a tutti ed è costitutiva dell'umanità di ogni essere.
Tutti possono rifiutarla o accettarla, poichè ciò che i cristiani chiamano "fede" non è nè un insegnamento intellettuale nè una dottrina esoterica o intimistica, ma una forza operante, una forza che agisce.
Secondo l'abbè Pierre, al secolo Henri Groues (3) , la fede non dà, a chi crede, più cose di quante la ragione non dia a qualunque uomo di chiaro intelletto; ma una cosa dà che è tutt'uno con la coscienza: l'altrettanto certezza che l'Eterno è amore, e che l'amore crea giustizia. Poi aggiungeva: "dinnanzi agli enigmi di questo mondo i nostri fratelli non credenti sappiano che le stesse oscurità sussistono anche per noi che, impegnati nella stessa ricerca, vogliamo cercare insieme, onestamente, senza chiudere gli occhi su nulla".
"Chiediamo, attraverso Dio, che il pane sia spezzato per tutti e che a spezzarlo non siano i ricchi, ma questa famiglia urlante dei poveri. Poichè Dio è nel pane, prima sfami noialtri e poi parliamo di amore".
Per Rudolf Bultmann (4) il credente non è mai l'uomo naturale, nè la fede è mai ovvia e naturale, ma è sempre un miracolo. Essa non sorge dall'uomo ma è la risposta dell'uomo ad un annuncio. Il fatto che Dio sia Padre e che l'uomo sia figlio di Dio non è una nozione cui si possa giungere direttamente, anzi, non è affatto una nozione, ma un atto meraviglioso di Dio a cui si può sempre e soltanto tornare a credere.
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Ma quale e' il contenuto centrale della fede cristiana ?
La sostanza permanente della fede e' Gesu' Cristo: egli in quanto messia e Figlio dell'unico Dio di Abramo, egli che, mediante il medesimo Spirito divino, opera ancora oggi (Hans Kung) (2).
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Ma quale e' il contenuto centrale della fede cristiana ?
La sostanza permanente della fede e' Gesu' Cristo: egli in quanto messia e Figlio dell'unico Dio di Abramo, egli che, mediante il medesimo Spirito divino, opera ancora oggi (Hans Kung) (2).
(1) Carlo Maria Martini, gesuita, arcivescovo di Milano (Torino 15.02.1927-Gallarate 31.08.2012)
(2) Hans Kung, teologo e saggista svizzero ( Sursee 19.03.1928)
(3) Henri Groues, sacerdote, partigiano e uomo politico, detto Abbè Pierre, (Lione 05.08.1912-Parigi 22.01.2007)
(4) Rudolf Bultmann, teologo evangelico, (Wiefelstede 20.08.1884-Marburgo 30.07.1976)
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