GIORNALE DI SICILIA
Giacinto Pipitone
PALERMO ···
«Se c'è da andare
in strada e far saltare in aria le macchine, noi siamo pronti. Vi chiediamo di
stare con noi»: in una Sala Gialla insolitamente colma all'ora di pranzo, i
leader del principale sindacato autonomo dei precari (Mgl) hanno annunciato il
via a una stagione di lotta dura per le stabilizzazioni e hanno chiesto ai
sindaci di fare squadra per andare in pressing sui governi regionale e
nazionale.
È il termometro di una vertenza che si fa ogni giorno più difficile
da gestire. In apertura dell'incontro, davanti a un centinaio di sindaci,
l'assessore regionale agli Enti Locali, Luisa Lantieri, ha ammesso che «la
situazione dei precari è difficile. Anche perché il governo è in difficoltà
economiche. Le risorse a disposizione sono irrisorie».
Un passo indietro.
Il
confronto all'Ars fra sindaci, sindacati e governo si è reso necessario perché
l'assessorato ha fatto i calcoli e ha scoperto che «bisogna fermare le
stabilizzazioni annunciate e sono a rischio perfino le semplici proroghe dei
contratti». Il motivo è che i posti realmente disponibili per le assunzioni a
tempo indeterminato sono circa 1.500 mentre i precari oggi sono molti di più:
circa 15 mila secondo il governo, almeno 18 mila per i sindacati.
I posti sono
pochi perché le norme attuali impongono paletti rigidissimi: non possono
stabilizzare i Comuni in dissesto, quelli che hanno violato il patto di
stabilità, quelli che non hanno pensionamenti da programmare o sono senza
piante organiche, e in generale le amministrazioni che non hanno risorse da
investire alla voce personale.
Il problema è acuito dal fatto che anche le
semplici proroghe diventano impossibili perché la legge vieta di rinnovare
contratti a termine che non siano agganciati a piani di stabilizzazione triennali.
Dunque se il governo ferma la macchina, i precari perderebbero perfino il posto
a termine. E il rischio è altissimo.
La Lantieri ha fatto il quadro delle
risorse disponibili adesso, molto inferiori al previsto per via del fatto che
in attesa dei 500 milioni di aiuti statali i budget previsti nel bilancio sono
per lo più congelati: «Dei 340 milioni stanziati per l'ordinaria
amministrazione dei Comuni, 180 sono congelati ma in cassa ne abbiamo
disponibili appena 105».
Ancora peggiore la situazione dei fondi esclusivamente
destinati ai precari: il bilancio ha stanziato 187 milioni. Tolti quelli
congelati ne resterebbero disponibili 87 ma gran parte di questo budget è già
stata spesa. E dunque fino a quando Roma non sbloccherà gli aiuti restano
disponibili appena 6 milioni».
Ecco perché in alcuni Comuni gli stipendi ai
precari non vengono pagati già da sei mesi. E ieri è emersa un'altra emergenza:
i Comuni in dissesto e in predissesto (una quarantina) saranno costretti a non
rinnovare i contratti ai precari già da giugno. Il motivo è dato da un
complicato intreccio di norme.
L'ultima Finanziaria nazionale - ha spiegato il
governo ieri - ha imposto che per i precari dei Comuni in dissesto ( 13) la
spesa fosse interamente garantita dalla Regione. Che però non ha i soldi.
A
inizio d'anno l'assessorato ha stanziato risorse che hanno permesso a questi
sindaci di prorogare i contratti fino a maggio. E adesso, visto che non
arriveranno altre risorse, dovrebbe scattare il licenziamento. In cassa per i
precari di questi Comuni ci sono appena 1,2 milioni. Tuttavia c'è da
fronteggiare un'altra emergenza; per i Comuni in predissesto non è prevista la
totale copertura a carico della Regione e si sta verificando una curiosa accelerazione dei sindaci a dichiarare il
dissesto.
Secondo la Regione, è una mossa per sgravarsi del peso dei precari.
Solo che a quel punto il banco salterebbe.
La Lantieri ha annunciato che il
governo cercherà di trovare risorse, spiccioli, per permettere almeno altri due
mesi di proroga in questi Comuni. Sperando che nel frattempo Roma sblocchi
altri fondi.
Per tutti gli altri precari dei Comuni la speranza è invece che
Roma vari deroghe agli attuali paletti per le stabilizzazioni e le proroghe.
Finora il dialogo con il governo nazionale non ha dato i risultati attesi, lo
ha ammesso la stessa Lantieri. Ma per Luca Crimi della Uil «è inaccettabile
l'idea che non ci sia soluzione e il futuro dei precari sia a rischio. Non si
giochi a scaricabarile».
E per sollecitare soluzioni ieri il sindacato autonomo
più rappresentativo il Movimento Giovani Lavoratori rappresentato da Massimo
Bontempo, Giuseppe Cardenia e Giuseppe Sergio Leggio - ha annunciato
l'inasprimento della protesta.
Trovando, almeno sulla carta, il sostegno dei
sindaci, accorsi in massa alla riunione svoltasi all'Ars proprio su richiesta
dei sindacati.
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