Gli ex parlamentari italiani (di prima e seconda repubblica) sono circa 2600. Tutti costoro riscuotono vitalizi pari -complessivamente- a 193 milioni di euro.
Costoro riscuotono prescindendo da (eventuali) contributi versati. Esiste infatti uno squilibrio fra i contributi ed i vitalizi che oggi viaggia attorno ai 150 milioni di euro di deficit l’anno.
In pratica in Italia esiste una categoria di cittadini (la CASTA) che ignora i principi basilari della Costituzione, fra cui, il principio democratico, cristiano, socialista ed umano dell'EGUAGLIANZA.
Boeri, che recentemente è stato ascoltato alla Camera dalla Commissione Affari costituzionali, è convinto che la soluzione a questo «scandalo» sia una sola: occorre ricalcolare col metodo contributivo l’intera carriera dei parlamentari, «per allineare i trattamenti della politica a quelli applicati a tutti gli altri lavoratori italiani».
La spesa complessiva si ridurrebbe a 118 milioni di euro l’anno, con un risparmio di 76 milioni (760 nei prossimi 10 anni). In concreto l’importo di questi assegni, che oggi è quasi doppio rispetto ai contributi versati, passerebbe da una media di 56.830 euro lordi all’anno a 33.568, mentre il trattamento minimo da 26.379 crollerebbe a 2.487 euro.
Supponendo poi di ampliare la platea anche
agli ex consiglieri regionali l’Inps prevede che il risparmio solo per il 2016
arrivi a 148 milioni (1,457 miliardi sui primi 10 anni presi in
considerazione).
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