(Il Presidente in pectore della Campania l’ha denunciata per diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali, abuso d’ufficio)
“Quella di De Luca è una denuncia priva di ogni fondamento, un
atto puramente strumentale, che ha scopi diversi da quelli che persegue la
giustizia e che pertanto non mi crea alcuna preoccupazione”.
“Ritengo di aver diritto ad un risarcimento, perchè sono molti
anni che servo questo Paese e le mie battaglie le ho sempre fatte a viso
aperto”.
“Non si può arrivare a diffamare così una persona che sta
svolgendo il proprio ruolo istituzionale. Il Pd ha sbagliato a reagire in quel
modo, avrebbe dovuto continuare a difendere De Luca, non a delegittimare il
lavoro della Commissione Antimafia”.
SERGIO COFFERATI, già segretario Generale CGIL, deputato
“Sì,
la Bindi merita le scuse per come è stata trattata”.
“Quello
che è successo è un venir meno di una normale prassi e di rispetto”.
“Io non
mi pento di aver lasciato il Pd (rottura avvenuta proprio sulla candidatura
Paita). Ho provato a combattere le anomalie dall’interno, ho segnalato ai
massimi dirigenti del partito l’esistenza del problema ovviamente dando disponibilità
a discuterne, ho chiesto ne parlassero col gruppo dirigente della Liguria. Non
è stata convocata nessuna riunione, sono andati avanti…”.
CLAUDIO FAVA, deputato iscritto al gruppo PSI, Vice Presidente Commissione Bicamerale Antimafia
“Il Garantismo non è un privilegio”.
ALBERTO BENZONE, storico e politico
Chi vuole costruire una sinistra degna di questo nome deve ripartire da zero. E prepararsi ad una nuova traversata nel deserto.
Ad orientarne il cammino, qualche punto di riferimento.
Primo, reinventare il discorso pubblico. Se governanti e oppositori si combattono parlando di rom e di vitalizi, di costi della politica, di impresentabili e di pensierini espressi in forma di tweet, è segno che nessuno ha saputo parlar d’altro: spiegando, in particolare, alla massa impotente delle vittime dell’Europa e della seconda repubblica cos’è successo e cosa si può fare per rimediare.
Secondo, reinventare i processi politici. Il nuovo soggetto nascerà come nascerà. Ma non sarà, comunque, la sommatoria di Civati più Vendola, ma nemmeno di Landini più Ciotti. In attesa che arrivi qualche bersaniano di peso.
Terzo, reinventare la cultura politica. E qui, per quanto ci riguarda, proponiamo sommessamente quella del socialismo democratico: critica del capitalismo, riscoperta del ruolo dello stato e delle istituzioni collettive, lotta per l’uguaglianza, internazionalismo solidale e pacifista.
Una roba dimenticata da tempo.
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