L’AKP
il partito islamico, che da 13 anni governa la Turchia, non ha più la
maggioranza assoluta.
Questo
è l’esito delle elezioni legislative svoltesi ieri e i cui risultati presentano
più sorprese. Tra tutte la crescita del partito filo-curdo HDP, che entra in
Parlamento superando nettamente la soglia di sbarramento del 10%.
Ataturk, il padre della Turchia moderna. Ha creato istituzioni sul modello occidentale ed ha tentato di scindere la politica dall'Islam. |
Il fatto è di grande importanza e soprattutto di grande speranza per chi guarda al Mediterraneo come punto di incontro fra più culture; culture che non possono e non devono avere la pretesa di prevalere l'una sull'altra, ma di incntrarsi ed arricchirsi fra loro.
I numeri parlano chiaro: 258 seggi ottenuti, poco oltre il 40%, sui 550 del parlamento, non bastano al presidente Erdogan a governare da soli.
E' fallito l’obiettivo dichiarato in campagna elettorale dei 330 seggi, che avrebbero consentito all’AKP di ottenere una supermaggioranza con pieni poteri per il suo leader, e adesso si fa difficile l’ipotesi della coalizione, scegliendo, all’interno della agguerrita opposizione, le formazioni disposte a fare da stampella al partito islamico.
Il popolo curdo, da anni perseguitato dal governo di Ankara, è in festa per il 13% e circa 80 deputati ottenuti dall’HDP.
Sarà proprio il partito filo-curdo a premere perché il Paese volti definitivamente pagina e ripristini le libertà civili e religiose per tutte le etnie, offuscate dagli ultimi governi di Erdogan.
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