Non esistono molti altri luoghi al mondo con questa concentrazione di
beni storici e artistici, quindi le professioni legate alla formazione
umanistica dovrebbero avere un rinnovato vigore in Italia.
Cari colleghi,
signor Ministro, questo Paese ha disperso le proprie radici e ha ritenuto che
iscriversi a facoltà cosiddette umanistiche non producesse un futuro per i
nostri giovani.
Le famiglie hanno cercato di dissuadere i figli che volevano
dedicarvisi. Così abbiamo svuotato di risorse e di prospettive, soprattutto di
prospettive, le scuole e le facoltà legate ai mestieri più direttamente
connessi al patrimonio artistico, compiendo un altro degli scempi in cui il
nostro Paese si è esercitato in questi ultimi decenni.
Poche occasioni di
lavoro, i giovani che venivano orientati da pessimi consiglieri verso scuole e
facoltà per le quali non avevano propensione, e quindi di conseguenza abbandoni
scolastici, impoverimento e successivo vero e proprio svuotamento dei
laboratori artistici e dei luoghi di formazione e di specializzazione nelle
professioni connesse alla tutela e alla conservazione, nonché alla
valorizzazione dei beni culturali. Di pari passo abbiamo registrato giorno dopo
giorno la caduta di investimenti nel mondo della cultura e nei luoghi dell'arte
e dello spettacolo e tutto questo senza rendersi conto che stavamo in primo
luogo colpevolmente rinunciando a dare una prospettiva di lavoro a migliaia e
migliaia di giovani, in secondo luogo facendo nello stesso tempo decadere il
nostro patrimonio artistico culturale, assumendoci una responsabilità storica
di non poco peso.
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