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mercoledì 18 maggio 2011

Papas Janni Pecoraro nominato Vicario diocesano (Protosincello) di Piana degli Albanesi

Preti cattolici sposati. Legittimamente sposati, con tanto di moglie e di figlie si fanno avanti.
Esistono da sempre all’interno della Chiesa Cattolica, ma mai come in queste settimane hanno raggiunto il massimo dell’appariscenza e dell’evidenza. Pochi in Occidente lo sanno, ma il clero sposato, che è tipico delle Chiese ortodosse, esiste anche dentro la Chiesa cattolica, dentro quella componente della Chiesa cattolica che prende nome di chiesa greco-bizantina.
Il nuovo Vicario diocesano di Piana degli Albanesi
papas Janni Pecoraro (al centro nella foto)
E’ la Sicilia la regione che, per la prima volta in Italia, eleva all’interno della Chiesa Cattolica al ruolo di Vicario diocesano un prete sposato. Accade nell’Eparchia cattolico-bizantina di Piana degli Albanesi: papas Janni (Giovanni) Pecoraro, prete sposato e padre di due ragazze, finora parroco della Cattedrale di San Demetrio è stato nominato con decreto a firma di Mons. Sotir Ferrara, l’eparca dei greco-bizantini di Sicilia, alla funzione di Vicario diocesano, o per dirlo in linguaggio più appropriato –come vuole il Codice delle Chiese Orientali- “Protosincello”.
Nessuno pensi che sia una scelta autonoma, avversata o non condivisa dal Vaticano. No. Il decreto di nomina porta infatti accanto alla firma del Vescovo di Piana degli Albanesi, Mons. Sotir Ferrara, anche la firma del Delegato Pontificio-Arcivescovo di Foggia, Mons. Francesco Pio Tamburrino, la personalità che per conto del Vaticano segue da oltre un anno le vicende dell’Eparchia siciliana.
Il cinquantenne nuovo Protosincello, papas Janni Pecoraro, nativo di Piana degli Albanesi, va ad occupare nell’assetto dell’Eparchia l’incarico che era dell’Archimandrita Vito Stassi, già parroco della Chiesa palermitana della Martorana (piazza Bellini) e deceduto il 19 febbraio scorso.
I preti cattolici di rito orientale sposati in Italia sono alcune decine. E infatti le diocesi di rito greco albanese della Sicilia e della Calabria hanno clero sia celibe che sposato. I parroci con famiglia sono una dozzina. Uno di questi ha officiato per anni a Milano, nella chiesa di rito greco dei santi Maurizio e Sigismondo, in corso Magenta.
Il Vaticano ha sempre cercato di circoscrivere e occultare la presenza dei preti sposati. Li ha tollerati e non ha mai enfatizzato la loro esistenza. È comunque regola inderogabile che prima ci si sposa e solo dopo si è ordinati prete. Mai viceversa.
Ci sono, all’interno della Chiesa Cattolica, altri ceppi di clero sposato. In Gran Bretagna e in Nordamerica i preti anglicani passati al cattolicesimo sono parecchie decine. E hanno ottenuto di continuare a fare i preti abitando le canoniche con moglie e figli.
Poi c'è il caso dei paesi dell’Est europeo, dove negli anni dei regimi comunisti la Chiesa cattolica clandestina si era dotata di numerosi preti e vescovi sposati. Sì, anche vescovi. Dopo la caduta del comunismo e l'uscita allo scoperto di queste Chiese catacombali, il Vaticano ha faticato parecchio per regolarizzare il tutto.
Ha fatto passare al rito orientale i preti sposati dell'ex Cecoslovacchia. E ai vescovi con moglie e figli ha chiesto di limitarsi a svolgere le funzioni di semplici preti.
Tornando a papas Janni Pecoraro, egli è il primo Vicario Diocesano sposato della non lunga storia dell’Eparchia di Piana degli Albanesi. E’ uomo aperto e disponibile al confronto e sente su di se tutto il peso delle difficoltà che da qualche tempo attraversano la vita dell’Eparchia. Difficoltà che hanno indotto –appunto- poco più di un anno fa il Vaticano a nominare un Delegato Pontificio, nella persona dell’Arcivescovo di Foggia Mons. Francesco Pio Tamburrino, per affiancare Mons. Sotir Ferrara.
A papas Janni Pecoraro, Protosincello, giungano gli auguri de IlContessioto.

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