StatCounter

mercoledì 25 maggio 2011

Il ritorno della Venere di Morgantina

di  Nicola Graffagnini
La dea Demetra come viene anche chiamata dagli storici, ha fatto il miracolo appena arrivata in terra di Sicilia, infatti ha costretto il territorio a fare “sistema” sui Beni Culturali, dalle strade al biglietto unico.
Quello che gli uomini in provincia di Enna non sono riusciti finora a fare, forse è già riuscito alla Dea Demetra, infatti all’inaugurazione del Museo del 9 Maggio, il Presidente Lombardo ha promesso interventi concreti per la sistemazione della viabilità di raccordo tra l’autostrada e il comune di Aidone, mente il Ministro Zaia dei Beni Culturali ha invitato gli Addetti ai lavori di fare sistema intorno ai siti archeologici: “ Ora si dovrà costituire un circuito turistico per davvero ed allora sarà una cosa fatta bene, che tornerà utile ai siciliani dal punto di vista culturale ed economico.” Per il Prof. Luis Godart, consulente artistico del Presidente della Repubblica Napolitano, “il ritorno della Dea è l’avvenimento culturale dell’anno e il Presidente Napolitano in Ottobre per l’inaugurazione del restauro della villa del Casale sicuramente vorrà venire a visitarla.”
La notizia l’ha poi offerta a tutti gli intervenuti, il Presidente della provincia di Enna Giuseppe Monaco, ha spiegato che la Provincia ha sostenuto la costituzione del Distretto Turistico Enna che comprende da Aidone agli scavi di Morgantina, la Villa del Casale fino a Caltagirone e questa ci sembra la seconda notizia positiva del giorno, dopo quella della strada, che va salutata e osservata con tutta l’attenzione del caso, perché può rappresentare la ripartenza dell’azione di Governo Regionale intorno ai beni culturali, definiti da un precedente Assessore, Turi Lombardo, “ i giacimenti culturali della Sicilia”, la terza notizia del giorno è questa, finalmente della questione se ne occuperà un Assessore Tecnico ai beni culturali e all’identità, infatti è Professore di “Marketing Turistico” presso l’Università de L’Aquila, ma è stato anche Professore di sociologia della Comunicazione per il Turismo, presso l’Università Tor Vergata e sappiamo che ha presentato comunicazioni di studi sul WEB marketing turistico e i distretti culturali.
Espletata la parte delle notizie, vorrei ora raccontare la storia del ritrovamento, come, quando, e perché avviene.

Come nasce la storia affascinante della statua ?
Venne definito il furto del secolo dei tombaroli che ruotavano intorno agli scavi di Morgantina intorno al 1979, ma a quei quattro tombaroli che tagliarono malamente in tre parti la statua con un flex di cantiere, andarono solo gli spiccioli: otto milioni di lire, rifilati da un ricettatore di Gela dal fiuto lungo e dalle amicizie ancora più lunghe, due esperti ticinesi di opere d’arte che organizzarono un trasbordo per mare per evitare sgradite sorprese alle frontiere.
Infatti la statua venne imbarcata a Porto Empedocle su un natante francese e sbarcata in Francia da cui raggiunse la Svizzera, ove vi rimase nascosta in attesa dell’ulteriore destinazione fino al 1985.
L’anno successivo, l’esperto ticinese Canavesi riuscì a vendere la scultura alla Robin Symes Ltd, casa d’aste di Londra, città come sappiamo ove pervengono quasi tutti i reperti trafugati in Italia, vedi la storia più vicina a noi dei decreti entellini …
Nel 1987, nel corso dell’asta pubblica il Museo J.Paul Getty di Los Angeles la acquistò per diciotto milioni di dollari.
E qui scatta una operazione di relazioni internazionali all’americana, direbbe qualcuno, ma di fatto ineccepibile dal punto di vista economico e giuridico per il notevole investimento effettuato dalla Fondazione, i curatori del Museo commissionarono una indagine conoscitiva sull’opera ad uno studio legale… romano.
Lo studio legale di Roma chiese al Ministero degli Esteri ed a quello dei Beni Culturali notizie di eventuale provenienza illecita della statua, il quesito venne girato a tutte le Soprintendenze d’Italia dei beni Archeologici, tranne che a quelle della Sicilia, della Calabria e della Puglia, le uniche che vantano insediamenti romano-ellenistici ….!
Il 5 Marzo del 2001 il Tribunale di Enna emise una sentenza di condanna a carico del ticinese Canavesi, raggiunto da un avviso di reato per esportazione illegale di opere d’arte.
E’ la prima sentenza emessa da un tribunale italiano per esportazione clandestina di opere d’arte.
Il l3 Gennaio del 2007 il Los Angeles Times titola molto deciso : “ Il Museo Getty sapeva che la Venere era stata rubata.”
E siccome siamo in America e non in Italia, la cosa fece scandalo ed ebbe risonanza in tutto il mondo tanto che i due giornalisti titolari dell’inchiesta sulle opere d’arte trafugate, vennero premiati col massimo premio di giornalismo, il Pulitzer.
Francesco Rutelli, Ministro dei Beni Culturali dell’epoca, appena scoppiata la notizia del Pulitzer, avvia tempestivamente gli atti internazionali per ottenere la restituzione ufficiale, non solo della statua ma anche di altri numerosi tesori d’arte esportati clandestinamente.

Come è stato possibile raggiungere un accordo internazionale per la restituzione ?
Lo ha spiegato l’On.le Rutelli, ora non più Ministro e non al TG3 che lo ha ignorato durante l’inaugurazione ma al canale CTS che riprendeva il servizio per l’Ufficio Stampa della Regione e trasmesso successivamente.
L’On.le Rutelli, ha dichiarato di essersi interessato come Ministro dei Beni Culturali, appena saputo della questione, grazie al Premio Pulitzer, “ facendo leva sul fatto che il patrimonio nazionale culturale non può essere vendibile o cedibile sotto qualsiasi forma, perché rappresenta un attentato al patrimonio universale della cultura protetto dall’Unesco, l’Agenzia dell’ONU per la cultura. Alla fine del contenzioso tra gli Stati si pervenne ad un accordo a tre per la restituzione, firmato a Roma il 25.Settembre del 2007, col Presidente della Regione Sicilia e il Rappresentante del Getty Museum, grazie al responso delle analisi sul tufo della statua che provarono definitivamente la provenienza della Statua dalla Sicilia e da quel territorio.”
Superata la questione della sede del Museo, intorno a cui è sorta più di una polemica, rimane ancora quella della viabilità, infatti la provinciale quattro che collega l’autostrada ad Aidone è interrotta da mesi per frana, costringendo il traffico lungo uno scosceso sentiero in salita in contrada Grottacalda.
Dopo trenta anni dal trafugamento e sessantesei anni dall’inizio degli scavi avviati da quel mecenate che risponde al nome del re archeologo Gustavo Adolfo di Svezia, (lo stesso che li ha promossi a San Giuseppe Jato), la cittadina di Aidone dalla parlata gallo-italiaca, il cui Museo ospita oltre alla Statua anche i due Acroliti e il famoso corredo in argento, ritorna a sperare nel “miracolo del turismo” e forse questa sarà la volta buona, sempre se la provincia, l’Anas, la regione e l’amministrazione comunale si impegneranno a fare sistema intorno al nascente distretto turistico e culturale, partendo dall’unificazione dei siti Web e del biglietto di ingresso, come più volte suggerito dal critico d’arte Vittrorio Sgarbi.
NG

Nessun commento:

Posta un commento