di Nicola Graffagnini
I giornalisti, oggi sono posti di fronte al bivio, ricercare la verità per verificare il potere e informare correttamente i cittadini, come recita concettualmente il nuovo libro di Corrado Augias, oppure ridursi a pubblicare fatti, distorti dalla ricerca della verità, i classici polveroni e così non servire l’interesse pubblico nel nome anche delle future generazioni.
Se c’è ancora qualche dubbio, circa la ricerca della verità, può servire la rilettura dell’art. 2 della legge istitutiva dell’ordine dei giornalisti, la N. 69 del 1963, che recita:
“E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”.
A proposito delle indagini sulle stragi in Italia del 92/93, il sostituto procuratore Antonio Ingroia, intervenuto al sit-in di Venerdi scorso davanti al Tribunale, organizzato dall’ANPI e dagli amici di Paolo Borsellino, dopo il P.M. Di Matteo, afferma che forse c’è un pezzo d’Italia che non la vuole la ricerca della verità, per questo occorre la sorveglianza democratica.
Tutti avete saputo che la Commissione del Ministero Interni ha revocato il programma di protezione a Spatuzza, per punirlo di avere parlato di Via D’Amelio. “Chi vuole la ricerca della verità, lo dimostri oggi “ continua Ingroia, “ Tutti vogliamo la verità su una ombra del passato, su cui fare pulizia per il bene della vita democratica”.
Se si vuole raccogliere l’appello di Agnese Borsellino, si revochi il provvedimento nei confronti di Spatuzza, oppure si faccia una legge per estendere temporalmente le dichiarazioni dei collaboratori.
L’Italia, abbia il coraggio di fare un passo verso la verità, occorre spalancare la porta per vedere la verità, per ora è socchiusa.
Domanda del pubblico: “Quale messaggio di speranza vuole dare a noi ragazzi ?”
Risposta: “Proviamo a riflettere e a pensare ad anni fa, sulla trattativa Stato-Mafia non si sapeva nulla ! Oggi è venuto fuori Ciancimino e altri, anche politici del tempo, qualche altro ancora deve uscire … Sembrava che la mafia militare fosse invincibile eppure ha subito delle scosse. Niente verrà da solo, siamo su una strada in salita sempre più difficile, occorre non mollare mai”.
Ieri sera ad Anno Zero, abbiamo sentito le dichiarazioni molto dure di Paolo Borsellino a proposito della riapertura del caso Via D’Amelio, chiuso per alcuni e aperto invece per altri che citavano i nuovi testi interrogati dai giudici di Palermo e in diretta abbiamo forse capito che vuol dire ricerca concreta della verità, concetto richiamato non a caso, all’inizio della trasmissione, dal conduttore Santoro.
Nicola Graffagnini
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