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giovedì 10 gennaio 2013

Flash sulla nostra storia

Ai nostri giorni esiste l'obbligo per gli Amministratori Comunali, per il Sindaco in verità, di rendere conto del loro operato. La normativa prescrive che ogni sei mesi il Sindaco debba depositare presso la Presidenza del Consiglio Comunale la Relazione Semestrale dell'Operato.
A Contessa Entellina da quando sono in carica un Sindaco (di centro-destra) ed un Vice Sindaco (di finto Centro-Sinistra) questo adempimento non viene compiuto in quanto è stata sposata l'inconcludenza ed il dolce far nulla, o meglio è stata sposata la ragione di stare in Municipio in cambio della riscossione della pensioncina-indennità di carica.
L'obbligo di rendere ragione del proprio operato pubblico è sempre esistito. Ad imporlo è stato l'obbligo di legge e soprattutto la coscienza civica di chi assolve a funzioni pubbliche.
Francesco Di Martino, sindaco per diciotto anni, intratteneva quasi mensilmente la cittadinanza nelle indimenticabili Assemblee Cittadine in cui informava passo passo il procedere e gli adempimenti necessari  del lungo processo della "Ricostruzione".
 
Chiudiamo la parentesi
Sin dal 1520, anno in cui a Contessa nasce la struttura e la forma istituzionale dell'Università (oggi diremmo il Comune), è nata pure l'Assemblea Cittadina. Certo, non si chiamava così ma non era -nella sostanza- molto diversa.
Don Alfonso Cardona nel concedere i Capitoli diede anche i riferimenti essenziali della struttura amministrativa: i quattro giurati, il capitano etc.
I giurati erano gli incaricati che dovevano garantire la vita amministrativa e sarebbero stati nominati annualmente, senza possibilità di rinnovo. Si occupavano della istituzione delle "gabelle" (ossia dei tributi), del bilancio, delle manutenzioni urbane etc.
Venivano nominati dal barone (Don Alfonso) però in una rosa di nomi che veniva proposto dal Consiglio dei Capi famiglia del paese.
Annualmente il Consiglio dei Capifamiglia si riuniva in Chiesa (attuale Chiesa Madre) alla presenza del rappresentante del barone (il governatore) e decideva dei nominativi dei "giurati" da proporre al Signore feudale per l'anno successivo.
I capi famiglia, purchè possedessero un pezzo di terra nei feudi di Serradamo e/o Contesse, decidevano anche che tipo di "gabella" (tributo) ed in che misura si sarebbe dovuto applicare nell'anno successivo. In un certo senso davano la linea di condotta ai giurati.
I capi di famiglia che non possedevano, sia pure in enfiteusi, una porzione di terra, che non fossero in pratica burgisi, non potevano tuttavia partecipare al "Consiglio dei Capi di famiglia" e pertanto subivano le decisioni a cui non avevano preso parte.
Questa circostanza sta alla base del predominio dell'elemento arbëreshë a Contessa. Burgisi erano infatti, fino alla cessazione del feudalesimo (1812), solamente gli eredi degli arbëreshë che avevano avuto assegnato in enfiteusi i feudi di Serradamo e di Contesse.
Con la fine del feudalesimo l'assetto dell'Università (Comune) cambia. La nomina degli amministratori compete agli organi dello Stato e non più al barone ed il Consiglio comunale lentamente viene trasformato in organo "eletto".
Eletto da chi ?
Eletto dai Capi di famiglia che possedevano un reddito, un censo, ossia dai burgisi. In pratica dagli stessi che avevano un pezzo di terra a Serradamo o Contessa e poi, via via, da chi riusciva a comprare dei terreni provenienti dall'ormai irreversibile frazionamento dei feudi, divenuti latifondi e ove frazionati divenuti piccole proprietà.
Interessante, ai fini della nostra, ricerca è sapere che con la fine del feudalesimo e con la successiva elezione del Consiglio Comunale ad opera dei Capi famiglia burgisi il seggio elettorale si terrà sempre in Chiesa. Non più nella Chiesa Madre greca, ma nella Chiesa delle Anime Sante, in piazza.
Così avverrà dal 1812 fino al 1913, anno in cui per la prima volta le elezioni si svolsero prescindendo dal possesso di un "Censo", ma escludendo dal voto ancora per un altro quarantennio le donne.
Qualche anno prima, alle elezioni amministrative per l'elezione del sindaco avevano partecipato, su una popolazione vicina ai tremila abitanti, solamente 115 elettori, quasi tutti i proprietari di un pezzo di terreno a Serradamo o Contesse (e Bagnitelle*).
* Bagnitelle fu concesso ai contessioti nel Settecento, ancora perdurando il feudalesimo.

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