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giovedì 10 maggio 2018

L'uomo e la Storia


In questa rubrica vogliamo trattare di Storia, ma ci interessa pure capire, conoscere, attraverso lo scorrere del Novecento (e poi dei due decenni successvi) l'uomo, quell'essere umano che nella Storia vive e che in gran parte la Storia la scrive.
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Partono i bastimenti

A CONTESSA E. esiste una via dedicata al
garibaldino "Vaccaro".


Non tutti a Contessa sanno che esiste una
cittadina gemella denominata Entellina costruita e
voluta dalla famiglia Vaccaro in Honduras.
I Vaccaro, famiglia di contessioti intraprendenti,
parteciparono alla rivoluzione garibaldina ma
capirono subito che nulla sarebbe cambiato
nella terra d'origine. Infatti Borboni, Savoia,
democristiani, pentapartiti, berlusconiani,
renziani, tutti hanno coltivato sfacciatamente 
l'arretratezza del Meridione.

I Vaccaro fondarono a New Orleans e in Honduras
un impero economico, iniziando da una modesta
bottega di frutta. Negli anni trenta
del Novecento la Chiesa Madre di Contessa
versava in pessime condizioni e minacciava
di crollare. Furono i Vaccaro a sostenere le
consistenti spese di ri-sistemazione.


Da un articolo de LA REPUBBLCA riportiamo:
I Vaccaro appartenevano ad una generazione
di emigrazione antica. Il padre di Joseph, Stefano,
nato a Contessa Entellina, era stato garibaldino
e anche arrestato per le sue idee rivoluzionarie;
nel 1860 era emigrato negli Stati Uniti praticando
il commercio negli anni della Guerra civile.
Joseph (1855-1945), il figlio maggiore,
era arrivato in Louisiana nel 1867
all' età di 12 anni trovando lavoro in una
piantagione. Anni dopo, era poi riuscito a mettere
su una fattoria con degli aranceti in cui lavorava
assieme a due dei figli, Luca e Felix.
Nel 1897, quando i D' Antoni arrivarono
a New Orleans in cerca di lavoro, i Vaccaro
possedevano tre piccole imbarcazioni per il
trasporto della frutta via fiume.
Salvatore D' Antoni ebbe l' incarico di
percorrere il fiume svolgendo attività di
supervisione fino alla consegna della merce.
Nel gennaio 1899 Salvatore sposò una
delle figlie di Joseph, Mary Vaccaro, di 18 anni,
saldando definitivamente l' unione tra le
due famiglie. Ma poche settimane dopo le nozze,
la sfortuna colpì il clan D' Antoni-Vaccaro: una
tempesta seguita da una gelata distrusse gli
aranceti. In quel difficile momento, secondo
le antiche tradizioni, fu il patriarca del clan,
Joseph Vaccaro, a prendere una decisione. Come racconta
Giuseppe D' Antoni, figlio di Salvador:
«Joseph Vaccaro disse a suo genero, mio padre:
"se vogliamo realizzare i nostri progetti, non c' è
rimasto molto per noi qui. Ma in Honduras ci sono
noci di cocco e banane"». L' idea di scegliere
l' Honduras come nuova meta per il loro futuro
era motivata soprattutto dal fatto che l' importazione
dei prodotti tropicali allora poteva essere
considerata un campo ancora vergine:
le banane erano sconosciute negli Stati
Uniti fino al 1870 quando Minor C. Keith, il fondatore
della United Fruit, ne iniziò l' esportazione
dal Costa Rica. Economicamente quasi in rovina,
i Vaccaro-D' Antoni non potevano contare
su forti capitali, ma solo sull' orgoglio e la
determinazione di chi sa che non ci saranno
altre occasioni, e che l' alternativa era tra la riuscita
e la totale sconfitta. Fu questa la situazione che
diede inizio alla Standard Fruit. Venne acquistato
un vecchio tre alberi, il "Santo Oteri", da pagare
con i risparmi di famiglia e con i primi
guadagni. Salvatore D' Antoni andò a stabilirsi
in Honduras, nell' isola di Utila, vicino a La
Ceiba, per iniziare l' attività. Proprio nel marzo
del 1899 la United Fruit, la più potente compagnia
di importazioni, già presente in Costarica, stava
perfezionando gli accordi con le autorità governative
per insediarsi nell' Honduras e intensificando
l' acquisto di navi da trasporto. La maggior parte delle a
ltre ditte interessate trovarono troppo impegnativo
il confronto con la United Fruits e si ritirarono.
I Vaccaro-D' Antoni invece si unirono alle poche
ditte che avevano deciso di opporsi al trust formando
la "Società antimonopolio" di cui era leader l
a Bluefields Steamers, che si era rifiutata di
vendere a United Fruit. Riuscirono ad ottenere una
piantagione nella zona Nord, più vicina a New Orleans,
dove Joseph Vaccaro aveva allestito il suo quartier
generale. Il primo arrivo ufficialmente registrato
del "Santo Oteri" con un carico per Joseph Vaccaro
porta la data del 25 settembre 1899. Nel 1900
la Vaccaro Brothers importava già 6.000 caschi
( stems) di banane a New Orleans dando inizio a un
business di successo indipendente dalla United
Fruit, e dal 1915 le due società si fronteggiavano
per il primato nel settore, mentre la Bluefields,
più antica della Standard, era solo al terzo posto.
In competizione con la United Fruit per l' acquisto
del ghiaccio necessarioa refrigerare le merci sulle
navi, i VaccaroD' Antoni comprarono la stragrande
maggioranza delle Case del ghiaccio a New
Orleans, tanto che Joseph Vaccaro era noto col
soprannome di King Ice. Dopo la Prima guerra mondiale,
i Vaccaro-D' Antoni furono abili nel procurarsi le navi
svendute a poco prezzo e la compagnia, che nel
1924 era stata battezzata "Standard Fruit", si dotò
di una piccola flotta assumendo nel 1926 il nome
di "Standard Fruit and Steamship Company". L' Honduras
da fine Ottocento a metà Novecento fu il prototipo
degli altri stati centroamericani chiamati "Repubbliche
delle banane", a causa del favore dei loro governi nei
confronti delle compagnie commerciali. Una multinazionale
non ha tra le sue prerogative il politically correct, e
probabilmente la Standard non fece eccezione; ma, sia
pure per motivi strettamente legati all' interesse
dell' azienda, Salvatore D' Antoni che ormai abitava
stabilmente in Honduras e aveva cambiato il suo nome
in Salvador, diede impulso allo sviluppo del Paese.
Seguendo l' esempio della rivale United, si adoperò
per far arrivare in Honduras o quanto meno nelle
vaste zone controllate dalla Compagnia, acqua,
 elettricità (1902), comunicazioni radio (1907),
ferrovia, tutte cose indispensabili per un miglioramento
dell' attività d' impresa. Il 1904 è l' anno della concessione
governativa che autorizzava il passaggio della ferrovia,
e il 12 aprile 1908 arrivava a La Ceiba la prima
locomotiva. La Standard ne sarebbe stata proprietaria
per 99 anni, dopo di che la proprietà sarebbe passata
al governo honduregno. La Standard Fruit operò
fino agli anni Sessanta quando fu rilevata dalla Castle&Cook
e ribattezzata Dole Food Company, nome col
quale è attiva ancora oggi. L' avventura dei
Vaccaro-D' Antoni, arrivati, come afferma Antonio
Canelas Diaz parlando di Salvador, «con una mano
adelante y la otra por detras», e diventati proprietari di
una impresa di rilevanza mondiale, è rievocata
in vari libri editi negli Usa, tra cui "Tropical Enterprise - The Standard 
Fruit & Steamship Company in Latin America»,
di Thomas L. Karnes, (Baton Rouge-Louisiana State
University Press),e "The World ona Plate"

di Joel Denker, professore della Washington University.

In Sicilia i primi a partire per l'estero appena pochi mesi dopo l'Unità di d'Italia furono i Contessioti.  Alcuni di loro al seguito di alcuni esponenti della famiglia Vaccaro erano andati incontro ai mille d Garibaldi e li seguirono fino alla battaglia di Ponte Ammiraglio. I Vaccaro provarono a parlare e a capire da Crispi (un arbëreshe) le vere intenzioni sul futuro dell'Italia unita e colsero subito la volontà e l'intenzione che tutto sarebbe cambiato per lasciare tutto immutato sul piano socio-economico.
I Vaccaro e molte decine di contessioti non persero tempo ad imbarcarsi per l'America, New Orleans, dove in pochi decenni costruirono un impero economico che inevitabilmente costituì richiamo per altre migliaia e poi migliaia di contessioti per trasferirsi nell'America dei Vaccaro, a New Orleans.


In un libro conservato nella Biblioteca Nazionale di Palermo si può leggere un accorato (ma oscurantista) discorso (inviato dal Comune a tutte le Autorità governative e inevitabilmente all'arbëreshe Francesco Crispi) di un medico-consigliere comunale di Contessa Entellina che nel 1862 invitava il Governo a bloccare l'emigrazione stante che in breve tempo l'abitato si era quasi spopolato e le campagne, i feudi, rischiavano di rimanere incolti.

Attorno al 1875 ad emigrare non erano solamente i contessioti ma l'intero Meridione, con in prima fila i siciliani.
Si trattava di contadini sradicati dalla terra, poveri, in gran parte analfabeti. In una prima fase partirono i maschi e gli adulti, lasciando in patria la moglie ed i figli, cui mandavano buon parte dei non ricchi guadagni.


L'arrivo in patria delle rimesse aiutò la fragile economia dell'Italia appena unita, ma per quegli emigrati si trattò di un dramma: una vita di terribili sofferenze, alla mercè di gente senza scrupoli che li destinava a lavori faticosi, non qualificati, specialmente in quella Louisiania dove la fortuna arrise a pochi, e fra quei pochi ai Vaccaro di Contessa Entellina.
L'intero Meridione italiano continuò a fornire manodopera al Nuovo Continente fino al 1923-24, quando l'emigrazione venne bloccata da Governo italiano. 

Per dare una idea dell'immenso deflusso di popolazione, esodo, basta pensare che dall'inizio del Novecento all'inizio della prima guerra mondiale (1901-1914) emigrarono 8,5milioni di italiani.
Contessa nell'analogo periodo era divenuto un paese disabitato, ancora più di quanto lo è oggi.
Come dire che in questa terra mai nulla cambia.

A New York, gli italiani si fermavano e trovavano accoglienza per lo più nella zona intorno a Wall Street, dov'erano sbarcati, e crearono quella è oggi Little Italy.   A loro erano riservati i lavori  più pesanti ed i più umili.  

Va tenuto presente che l'Italia di fine Ottocento/inizio Novecento era un paese dove solamente un ragazzo su cento andava a scuola. 

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