EMANUELE MACALUSO, già dirigente politico
E COSÌ I TRATTATI UE LI NEGOZIA SAVONA?
Si fanno ipotesi, e solo ipotesi, sull’esito dell’ultima scena interpretata da Di Maio e Salvini, con il Quirinale sullo sfondo. Si sfoglia la margherita: Salvini dirà si o no alla proposta di Di Maio per rimettersi insieme per il governo? Questa è, purtroppo, la condizione in cui la Lega e M5S hanno ridotto la vita politica italiana. Il sì o il no del Salvini decide se l’Italia avrà un governo. Gli italiani che hanno votato il 4 marzo hanno deciso di dare la maggioranza ai due messi insieme. Questa è la democrazia, si dice. Io non contesto la legittimità di quel voto e della coalizione tra i due “vincitori” ma è anche legittimo dire che quegli italiani hanno sbagliato. E quel che si vede dopo quasi tre mesi dal voto dovrebbe farli riflettere.
Come finirà? Non lo so. Pare che oggi si dovrebbe concludere la vicenda. Su Il Corriere della Sera leggo: se Salvini dirà di sì, chiederà per il professor Savona il ministero degli Esteri. Mossa certamente furba che, a mio avviso, potrebbe riaprire la questione sollevata dal presidente della Repubblica quando lo stesso Savona era stato indicato come ministro dell’Economia. Questo perché il ministro degli esteri è la persona che partecipa, a nome dell’Italia, alle trattative eventuali per la possibile revisione dei Trattati dell’Ue. Considerate le posizioni del professore Savona, possiamo dire che dalla padella si passa alla brace. Ma se il presidente della Repubblica dovesse dire ancora un altro no, la campagna contro il Quirinale assumerebbe toni di cui non è difficile prefigurarne i caratteri: una campagna certamente più feroce della precedente. Questa ipotesi ci dice che l’obiettivo di Salvini non è l’interesse del Paese ma i suoi, propri interessi in vista, ora o più avanti, di nuove elezioni.
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