La7tv trasmetterà il 9 maggio il bellissimo film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana.
Una serata speciale in ricordo di Aldo Moro e di Peppino Impastato.
ALDO MORO
Sono trascorsi quarant’anni dalle strage di via Fani, in cui le brigate rosse uccisero i cinque uomini della scorta di Aldo Moro, prima di rapirlo e tenerlo rinchiuso in “una prigione del popolo” per 55 giorni.
Aldo Moro è stato tante cose. Ha fatto parte di quella generazione di giovani che si è dedicato ad aiutare la nascita di un Paese democratico, in cui le donne e gli uomini potessero vivere a pieno il loro destino di libertà consapevole e di grandezza morale.
Moro ha preso parte ai lavori dell’Assemblea Costituente, ed ha contribuito a scrivere la nostra Carta costituzionale. Studioso e professore di diritto penale, ha insegnato con passione tutta la vita, a Bari e Roma, e lavorato per formare centinaia di giovani che ancora ricordano i suoi insegnamenti, e lui con stima e affetto.
Alla fine degli anni Trenta e all’inizio degli anni Quaranta è stato presidente della Fuci, l’associazione degli universitari cattolici, che, anche grazie a lui, mantenne, nonostante il governo fascista, profondità culturale, autonomia e spirito critico, preparando quello che sarebbe stata una parte importante della nuova classe dirigente.
È stato sottosegretario agli Esteri; ministro di Grazia e Giustizia, della Pubblica Istruzione, presidente del Consiglio, ministro degli Esteri.
Ha lavorato, da Segretario politico della Democrazia cristiana e da presidente del Consiglio dei ministri, a fare in modo che né individui, né organizzazioni, né ceti, né popolazioni si sentissero estranei alla vita democratica e alla convivenza civile né in Italia, né all’estero.
Non si stancò mai di lavorare per creare dialogo, comunicazione, comprensione, rispetto reciproco, convincimento tra gli attori istituzionali e tra questi e gli attori sociali. Vide e comprese profondamente il nuovo che era presente nella società già dagli anni Sessanta. Fu con Pietro Nenni promotore dei primi governi di Centro-Sinistra e a metà degli anni settata puntava ad allargare l'area di governo oltre che ai socialisti anche ai comunisti.
PEPPINO IMPASTATO
Giuseppe Impastato, detto Peppino, è stato giornalista e attivista politico di sinistra, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 a Cinisi per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Il 9 maggio 1978 è anche il giorno in cui fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro in via Caetani, a Roma.
Il ritrovamento del corpo del presidente della Democrazia cristiana, ucciso dalle Brigate rosse dopo 55 giorni di prigionia, oscurò completamente la notizia dell’omicidio di Impastato.
Si era candidato alle elezioni comunali con Democrazia proletaria, fu ucciso nella notte tra l’8 e il 9 maggio e il suo cadavere fu fatto saltare con del tritolo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani, così da far sembrare che si trattasse di un fallito attentato suicida.
Era nato in una famiglia mafiosa il 5 gennaio 1948, ma fin da ragazzo aveva preso le distanze dai comportamenti mafiosi del padre e aveva provato a denunciare il potere delle cosche e il clima di omertà e di impunità a Cinisi. Per questo motivo fu cacciato di casa dal padre fin da ragazzo. Un suo parente -per anni nel dopoguerra- fu sorvegliante del patrimonio terriero di Vaccarizzo, appartenente agli eredi Pecoraro.
Ispirato dal lavoro e dalle idee di Mauro Rostagno e di Danilo Dolci, nel 1975 Impastato fondò il circolo culturale Musica e cultura, un’associazione che promuoveva attività culturali e che diventò un importante punto di riferimento per i ragazzi del paese. Il circolo si occupava di ambiente, di campagne contro il nucleare e di emancipazione femminile.
Nel 1977 Impastato fondò Radio Aut, un’emittente autofinanziata di controinformazione. Radio Aut prendeva in giro la mafia e i politici locali. Impastato conduceva una trasmissione satirica in cui parlava della mafia in maniera dissacrante.
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