Mi ha sempre incuriosito che fine fanno i fondi stanziati nei bilanci pubblici (soprattutto della Regione Sicilia) finalizzati ad avvicinare i consumatori ai prodotti agricoli che la nostra terra offre. Sfogliando i bilanci di Mamma Regione è facile scoprire che i fondi che dovrebbero diffondere la cultura alimentare sana, la conoscenza della coltivazione e il sapere del mondo agricolo sono tanti e tali che qui, nell'isola, tutti dovremmo o potremmo essere dottori agrari.
L'attuale governo di Crocetta, tramite i suoi assessori, fino a pochi giorni fa ci ha inondati di decreti e provvedimenti che spargono "mance" ad associazioni e organismi parassitari rivestiti qua e là di parole magiche "sagre", "feste", "eventi".
Parassitismi e null'altro !
Sperperi che fanno impallidire le di gran lunga meglio "impupate" iniziative degli ormai lontani assessori della democrazia cristiana.
Il denaro pubblico -lo sappiamo- è stato sempre utilizzato come, o peggio, dello sterco a soli fini clientelari. Fino al punto da avere "sagre" del grano con programmi ben stampati e realtà ... che vedono arrivare dall'estero il grano che consumiamo e la nostra produzione "depressa" dai prezzi sotto-costo.
Però finanziamo a favore di clientele politiche "sagre" della vergogna.
Però finanziamo a favore di clientele politiche "sagre" della vergogna.
Sarà sempre l'isola degli imbrogli ?
Ci piace immaginare un futuro in cui nelle scuole pubbliche elementari e medie, specialmente nelle aree interne dell'isola e nei paesi prettamente agricoli, sia insegnata una materia per la trasmissione dei saperi (e dei sapori) che dalla terra derivano. L'educazione alimentare -fra gli altri benefici- inevitabilmente conduce all'adozione di stili di vita orientati al rispetto dell'ambiente, e ci fa scoprire l'antica saggezza dei nostri nonni su come si abita sulla terra.
(segue)
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