Il castello di Patellaro
Ancora oggi chi si reca sull'altura dove stava Patellaro o “Battalari” coglie immediatamente la sensazione che lì insisteva una fortezza circondata da mura e con all'interno di esse un castello.
L’altura da l'impressione di trovarsi isolata rispetto all'ambiente circostante e si eleva a 561 m.l.m.
L’altura da l'impressione di trovarsi isolata rispetto all'ambiente circostante e si eleva a 561 m.l.m.
Per chi arriva da Contessa, prescindendo dall'indecenza della viabilità stradale di accesso la cui competenza dovrebbe competere al Comune di Bisacquino, l'area di Patellaro (o Batellaro) è raggiungibile con relativa immediatezza salendo lungo la strada poderale di c.da Cascia.
La Vicenda Storica
Il geografo Al Idrisi o Edrisi nel “Libro di Ruggero” nell'anno 1138 riferisce che il casale di Battellario fu costruito dagli arabi nella metà del IX secolo.
Nel 1178 quindi nel periodo normanno, re Guglielmo II concesse la fortezza e le terre ad essa afferenti, già appartenute a Goffredo di Battelario, all’arcivescovado di Monreale.
Stando a quanto riportato dall’inventario dell’arcidiocesi dell’anno 1182 risulta che vi risiedevano 15 famiglie di villani.
Dopo la Guerra del Vespro (1282 – 1302), conclusasi con la pace di Caltabellotta, il possesso del Castello fortificato passò a Giovanni Camerana, signore di Corleone, e quindi nel 1354 a Perribono o Pietrobono Calandrino.
Stando a quanto riportato dall’inventario dell’arcidiocesi dell’anno 1182 risulta che vi risiedevano 15 famiglie di villani.
In quel periodo a governare la Sicilia era Ferdinando IV d’Aragona il quale non era riuscito a far valere in via definitiva la sua autorità di sovrano su tutta l'isola e pertanto accadeva spesso che due feudatari si alleassero fra di loro per accaparrarsi le terre di un terzo feudatario.
Queste vicissitudini accaddero per il dominio su Batellaro negli anni 1354 – 1355.
Nel 1373 il Castello, abitato da 48 famiglie di villani dediti a coltivare le terre appartenenti al Signore feudatario, passò sotto il possesso di Guglielmo Peralta e da lui passò per volere di re Martino nel 1382 al vassallaggio della Chiesa di Monreale. Vassallaggio venuto meno con la fine del feudalesimo in Sicilia, nel 1812, quando la fortezza passò sotto l'autorità del demanio borbonico.
Con la proclamazione del Regno d’Italia, il castello fu messo all’asta e acquistato dal barone Orazio Fatta della Fratta, che divenne pure proprietario del limitrofo feudo di "Cascia".
Tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX il territorio agrario limitrofo fu suddiviso in più poderi e con essi pure l'antica fortezza fu venduto a diversi proprietari.
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