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lunedì 8 ottobre 2018

Politica populista. I giornali critici col Potere non piacciono


Non sono un lettore de La Repubblica. Ma come non solidarizzare con un giornale che ha subito considerazioni non proprio eleganti da parte di componenti del governo in carica ?

Siamo ancora un paese che gode del diritto di libera espressione purchè reale ed effettiva. 

Ho quindi comprato oggi La Repubblica, in segno di solidarietà. 

Ad oggi la Costituzione garantisce il diritto di poter aderire e/o simpatizzare con partiti di opposizione e inoltre di criticare chi al governo sta.



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Questo governo ci da la sensazione di quel tizio che si è messo il termometro sotto l'ascella e questo arrivò a segnare 40'. 

Febbre -quindi- altina, anzi alta. 

Il signore piuttosto che chiamare il medico e curarsi ha preferito rompere il termometro perchè gli segnalava la criticità della salute.

Analogamente il nostro Paese, stando agli indici economico-finanziari che vengono da tutti riconsciuti, sta piuttosto male (spread a 300, borsa che corre in giù, rapporto debito/pil superiore a 130 ... etc.). 
Il Governo cosa fa ? piuttosto che affidarsi ai medici che masticano di scienza si affida a due vice-premier (che vivono di politica) che non hanno mai conosciuto logica e meccanismi sulla diagnosi dei flussi finanziari e mai hanno riflettuto su come funziona il corpo socio-economico di un paese.

E' errato ritenere che basta la demagogia e un pò di promesse di sussidi di sapore elettorale in vista delle prossime elezioni europee di maggio prossimoo per liberare il Paese dalle difficoltà gravi in cui -purtroppo- è incagliato.  

L'esperienza delle furbate perdenti li ha già provato la Grecia anni fa. E sappiamo come è finita a quei furbastri -allora in carica- (e purtroppo, pure al popolo greco).

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