Tra i crediti che i privati cittadini vantano dallo Stato e dagli Enti Pubblici figurano anche i crediti commerciali degli operatori privati, che corrispondono a forniture di beni e servizi eseguite e non pagate.
Per la Pubblica Amministrazione sono passività, cioè debiti, e il loro ammontare, non facile da determinare, è stimato tra i 50 e i 60 miliardi di euro.
La necessità di ridurre l’ammontare di tali debiti è riconducibile sia al rispetto della normativa comunitaria (l’Italia è stata deferita dalla Commissione alla Corte di giustizia della UE per i suoi ritardi sistematici), sia al fatto che pagamenti più regolari avrebbero effetti positivi sull’attività economica e sull’occupazione.
Secondo l'economista PEROTTA l'ipotesi della Lega di stampare i mini-bot in realtà non mira a risolvere un grave problema, ma a creare le condizioni dell'uscita dall'Euro:
A destare allarme è l'asserzione e la specificazione “di piccolo taglio” che gli ambienti della maggioranza populista hanno inserito nella mozione approvata in Commissione parlamentare nei giorni scorsi; chiara allusione ad una “moneta parallela”.
Non BOT ma mini-BOT, appunto.
Se il taglio è piccolo, l’impresa fornitrice dello Stato potrebbe girare il minibot ricevuto direttamente ad altra impresa disponibile ad accettarlo e il minibot potrebbe diventare liquido al punto di svolgere un ruolo analogo a quello della moneta.
Compito del governo, se non fosse populista, dovrebbe essere di rassicurare l'opinione pubblica. Non v'è però -col clima politico che si va sviluppando- chi non legga, nella volontà di emettere i mini-bot, la premessa di uno strumento intermedi fra l'uscita dall'Euro e la reintroduzione della liretta.
Il tentativo di voler tornare ad essere periferia dell'Europa.
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