Con un voto a sorpresa, un “blitz”, all’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) è stato approvato uno spostamento al 2020 delle elezioni di secondo livello per ridare la governance politica agli enti di area vasta (ex province)., Si tratta di un provvedimento non ancora pubblicato nella gazzetta ufficiale e, di fatto, non ancora operativo.
Il presidente della Regione ha tuttavia annunciato per la corrente settimana l’approvazione di un nuovo emendamento che rimetterebbe la lancetta dell’orologio indietro ri-fissando per fine giugno 2019 le elezioni.
Allo stato attuale tutto dovrebbe procedere come se nulla in contrario sia accaduto e pertanto il 30 giugno si dovrebbe mettere la parola fine al commissariamento delle ex 9 province siciliane, che oggi sotto la denominazione di Liberi Consorzi e Città Metropolitane continuano a brillare qualii simboli dell'innefficienza e del colasso della Pubblica Amministrazione della nostra Isola.
Chi fra i siciliani non ha mai definiti "carrozzoni inutili" gli enti provinciali ?
Noi contessioti imprechiamo contro il loro parassitismo ogni giorno ed gni volta che attraversiamo quelle che un tempo erano le strade provinciali e consorziali e che dovrebbero collegarci col resto del mondo e dovrebbero consentirci di raggiungere le aree agricole.
La legge denominata "Delrio" prevede che a dirigere gli enti "Provincia" e/o "Città Metroplitana" siano i Sindaci e i consigli comunali siciliani, ognuno per la propria provincia di appartenenza mediante un sistema elettorale di secndo livello.
Il governo regionale Musumeci aveva imboccato la strada del ritorno all’elezione diretta da parte dei cittadini (crp elettorale), ma l'iniziativa è stata bocciata dalla Corte Costituzionale che ha accolto il ricorso dello Stato.
Il Consiglio Metroplitano di Palermo (l'antica provincia di Palermo) sarà composto -sempre che nn ci siano rinvii- da 18 consiglieri.
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