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mercoledì 26 giugno 2019

10 giugno (1940). L'Italia va in guerra

In una analisi di Giorgio Bocca, che gli storici ritengono abbastanza fondata, la seconda guerra mondiale non è scoppiata solamente per le argomentazioni di natura socio-economica che avevano avuto origine negli anni venti e che ripercutevano effetti ancora in tutti gli anni trenta di cui abbiamo tracciato alcuni aspetti nella precedente pagina su questo tema. 

Scrive Bocca: "Le cause politiche più immediate della guerra mondiale si riconducono al gioco eterno e anche un pò banale per cui scoppiano le guerre: la stanchezza, la pigrizia dei ricchi e la voglia di rivincita dei poveri o sconfitti. Ma qui c'è qualcosa di più, qui c'è l'esito finale e catastrofico del decadimento della cultura europea. Una cultura vecchia, anzi, decrepita, abituatasi nei millenni a considerare l'Europa come il centro unico e insostituibile dell'Universo; certa che l'egemnia del mondo si giochi, in ultima istanza, nel conflitto fra le grandi potenze europee; e che in questi conflitti abbiano parte decisiva quei valori idealistici che hanno pervaso il romanticismo, creato il nazionalismo, assunto aspetti deliranti nei fascismi.". 

Imputati principali secondo gran parte della storiografia sono quindi il "nazionalismo" che oggi chiamiamo sovranismo ed il "fascismo", la parte più esasperata del nazionalismo. La propaganda nazi-fascista preannunciava infatti col proprio linguaggio condito di parole come coraggio, volontà, eroismo, patria, stirpe, razza gli intendimenti di fondo da perseguire ai danni degli altri.
Nulla veniva considerato dal nazi-fascismo sulle conseguenze di una guerra combattuta nel XX secolo più che dal valore dei militari, come fosse la guerra delle Termopoli,  da immensi apparati e macchine militari industriali, capaci -alla fine- di far saltare il pianeta come ha effettivamente dimostrato l'uso -limitato a due ordigni- della bomba atomica  su due importanti città giapponesi.

Hitler e gli altri suoi alleati-subordinati (Mussolini) hanno acceso il fuoco pensando di trovarsi ancora ai tempi di Napoleone. Non sapevano di cosa si trattasse fare una guerra contro l'intero mondo nel XX secolo. 
Certo gli apparati industriali tedeschi erano fra i più avanzati, ma il modo di pensare politico del nazi-fascismo era quello "romantico-ottocentesco".
Questo modo di pensare vecchio non era esclusività nazi-fascista; i francesi, del fronte anti/nazista crollarono piuttosto facilmente dinnanzi all'avanzata tedesca perchè ritenevano che col patriottismo e l'eroismo si potesse fermare l'avanzata dei mezzi corazzati hitleriani.

Come sempre nella Storia, a creare problemi non previsti, anche per la seconda guerra mondiale, le responsabilità vanno fatte risalire agli ignoranti che il popolo, specialmente nei periodi di crisi, predilige sugl studiosi ed i competenti.

La Germana nazista, figlia della pesante sconfitta del 1914-18, era in mano a gente che i sociologi definiscono piccoli-borghesi (ignoranti abbastanza e privi di vera visione del domani). Hitler, Goebbels, Goring etc. erano completamente asciutti della reale situazione del mondo. Ritenevano gli americani gente incapace di tutto, magari all'altezza di produrre lamette da barba ma asciutti nell'arte militare.

Gli economisti oggi riconoscono che l'apparato industriale tedesco di fine anni trenta era fra i più avanzati del mondo e che di contro la classe politica nazi-fascista al potere era fra le più ignoranti del pianeta.
L'arretratezza culturale nazi-fascista, ferma all'idealismo ottocentesco, che permeava l'intera società tedesca con i concetti di obbedienza totale e irragionevole verso le autorità (pensiamo ai lager dove vennero bruciati per volontà di "fanatici"  6milioni di essere umani, perchè ebrei) ha fatto il resto. 

I tedeschi che acquisirono nei primi anni di guerra successi mlitari e che sembrarono imbattibili, in realtà erano fragili e deboli nell'impostazione culturale. Il lungo termine ha svelato infatti la loro fragilità: pensavano ad una grande patria ai danni degli altri popoli quando proprio i grandi e antichi paesi coloniali -seppure vincitori finali della guerra- si accingevano a perdere tutti i domini d'oltremare (Gran Bretagna, Francia, Olanda etc.). 

Si, la classe politica nazi-fascista era composta da incompetenti e da ignoranti; oltre che da esseri poco-umani, anzi violenti. La loro ignoranza  ed incmpetenza è costata i 50miloni di vittime della seconda guerra mondiale.

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