L'area Renzi del pd è in fibrillazione dopo che il segretario
ha annunciato gli incarichi in direzione.
SIMONA MALPEZZI, Vice Presidente del Senato, renziana
Dicevano “partito unitario” nel “rispetto del pluralismo”. Poi però hanno fatto la segreteria. La loro. Buon lavoro alla segreteria di Zingaretti.
ANDREA MARCUCCI, capogruppo al Senato, renziano
"La segreteria del Pd resa nota da Zingaretti non assomiglia al partito del noi. Vedo un'unica matrice identitaria in un partito che è nato per valorizzare i riformismi. E' una scelta che non condivido".
BARBARA PALOMBELLI,giornalista, conduttrice televisiva e conduttrice radiofonica
Renzi. "Il peggior leader della storia della sinistra degli ultimi 20 anni è stato l’ultimo, Matteo Renzi perché lui semplicemente non era il leader della sinistra. Non avrebbe mai dovuto diventare il segretario del Pd, doveva restare nell’ambito della Margherita, di un partito di centro che infatti sta per fare".
CHIARA GELONI, giornalista
Non è vero che nella nuova segreteria Pd non ci sono ex renziani. Ce ne sono moltissimi. Non è che quando uno diventa renziano è un eroe e quando non è più renziano è un traditore: è sempre la stessa persona. Non fate finta di non conoscervi,abbiate un giudizio sui fatti e ditelo
ANTONIO POLITO, giornalsta
Chi di Trojan colpisce di Trojan perisce
SEBASTIANO MESSINA, giornalista
Zingaretti ha affidato le riforme istituzionali al costituzionalista e deputato Andrea Giorgis, che votò No al referendum e all’Italicum. I nodi stanno arrivando al pettine.
UMBERTO MINOPOLI, manager
Ma qual'e' la prospettiva politica del Pd? Zingaretti riunisce martedi la sua Direzione: speriamo che, finalmente, lo faccia capire. Oggi il Pd dice due cose, entrambe problematiche : auspica elezioni anticipate. Non e' detto che ci saranno. Ci fossero, nelle condizioni di oggi, non e'detto sarebbero positive per i Dem; descrive la situazione come bipolare con il Pd polo antilega. Ma lo e'? I numeri dicono di no. Piu' che bipolare la dialettica italiana sembra diventare unipolare. Con la Lega oltre il 35% e, potenzialmente, in grado, in caso di crisi, di contare su un centrondestra a maggioranza assoluta. Quale bipolarismo? Il Pd con tutti i suoi potenziali alleati non arriva al 25%. Perche' parlare di bipolarismo? Tecnicamente non c'e'! E' una forzatura autoconsolatoria. L'opposizione, negli ultimi 30 anni non e' mai stata numericamente cosi' debole e, per i numeri, lontana dal governo come oggi. Sono due anni e mezzo che, nei fatti, Renzi ha lasciato la guida del governo. Oggettivamente sono stati 2 anni e mezzo di inesorabile indebolimento del Pd: non cresce e si e' allargata a dismisura la forbice dal centrodestra. Zingaretti guida da poco. Ma con lui la situazione si e', oggettivamente, aggravata e non invertita. Lui di suo ha portato un problema in piu'. Che mette il Pd in un cul de sac. E va detto. Lui parla del renzismo come di una fase chiusa. In che senso? In quello, si e' capito, di un Pd a "vocazione maggioritaria". Zingaretti fa intendere che il Pd, ormai, puo' solo difendere la sua consistenza attuale e, semmai, crescere con alleanze. Che, pero', non ci sono: a sinistra e' il vuoto, una "prateria, ha scritto qualcuno, dove si camminerebbe senza incontrare persone e voti".
ALESSIA ROTTA, Vice presidente deputati Pd
Il partito del noi, diceva, che includa.
La stagione delle belle parole si frantuma sulla segreteria di maggioranza di Zingaretti. Che, anziché rivendicare la scelta, scarica la responsabilità sulla minoranza.
E poi offre le briciole. Buone cose e buon lavoro!
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