Quasi buon ultima fra le regioni italiane la Sicilia si è dotata di una legge complessiva sul diritto allo studio, tesa a colmare varie dispartà sia territoriali che sociali. Circostanza non comune negli ultimi tempi a Palazzo dei Normanni, la legge è stata approvata sia dal centro-destra (governativo) che dal centro-sinistra (opposizione), con l'astensione dei M5S che ha tenuto a evidenziare come a fronte delle tante nuove iniziative contenute nel disegno di legge non sussiste alcun impegno di spesa per darle attuazione.
Rientra comunque negli intendimenti privi di copertura un emendamento che punta a valorizzare la cultura e la parlata siciliana nelle scuole e persino quelle delle minoranze linguistiche (fra cui rientra il nostro arbëreshe).
Fra le tante problematiiche su cui il legislatore regionale è intervenuto c'è anche una maggiore attenzione sulla formazione del corpo docente.
Negli intendimenti della nuova legge, secondo l'assessore regionale all'istruzione, Lagallà, c'è inoltre “La novità per ciò che riguarda l’apprendistato, dell’impresa-scuola, e dell’alternanza scuola lavoro".
Spiccano ancora: il piano regionale del diritto allo studio, la consulta regionale per il diritto allo studio, il libretto formativo.
Nessun commento:
Posta un commento