Leggo su un giornale che la depressione è al momento (ma le cose pare che volgano al peggio) la seconda malattia al mondo, dopo un’altra questione di cuore, le patologie cardio-vascolari.
La parola felicità ha innumerevoli definizioni possibili che servono a perorare cause e pulsioni addirittura contrapposte.
Marc Augé, uno dei migliori antropologi viventi sostiene in un suo recente libro che la felicità non è mai a prescindere, ma sempre nonostante.
Egli intende dire che si è felici nel mondo sempre fra le incertezze e le tragedie e contemporaneamente si è felici nonostante queste.
Il segreto?
La felicità non è sostenibile a lungo ed è qualcosa che si misura con la dimensione del tempo.
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«I momenti di felicità fugace sono rivelatori: non appena scompaiono, ne avvertiamo impellente la necessità. Inchiodati a un letto d’ospedale, misuriamo il valore di una pur breve passeggiata in città. Quei momenti ci rivelano inoltre qualcosa che riguarda il legame sociale e la solitudine, il passato e il futuro. E così pure qualcosa dell’odierna disparità dei destini: forse anche gli emigranti senza speranza conosceranno alcuni momenti di felicità, eppure rimangono condannati a vivere soltanto il tempo futuro».
MARC AUGE'
Antroplogo
Poitiers, 2 settembre 1935
«Ogni piacere è un bene, ciò nonostante non vada scelto ogni piacere; così come se ogni sofferenza è un male, ciò nonostante la sofferenza non va rigettata a priori»
EPICURO
Filosofo greco
Samo, 10 febbraio 342 a.C. – Atene, 270 a.C.
«In vita mia ho visto centinaia di umili lavoratori vivere più saggi e felici di molti rettori di Università»
28 febbraio 1533, castello di Montaigne, Saint-Michel-de-Montaigne - 13 settembre 1592
«La felicità assume l’aspetto di tutto ciò che non possediamo»
FREDERIC LENOIR
filosofo
3 giugno 1962 Antananar - Madagascar
«Non cercheremmo di essere felici se non conoscessimo già la felicità»
SANT'AGOSTINO
13 novembre 354 dopo Cristo, Tagaste - 28 agosto 430, Ippona, Algeria
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