"Bisogna dire che nel panorama delle personalità italiane Piero Grasso è uno che si può guardare con ammirazione per quello che ha fatto, dunque non c'è nessuna discussione sulla persona. Semmai c'è una discussione sul perché si senta il bisogno di ricorrere a una figura carismatica del sistema scelto dai segretari dei partiti in base ai sondaggi. Questo è il problema, non Piero Grasso personalmente".
"Come non sono d'accordo con la scelta personalistica così non sono d'accordo con la demolizione personalistica. Non ritengo che sia questo il modo di fare politica. Non è questo il modo di porsi. Non si può rispondere alla creazione di un leader a tavolino demolendo il leader personalmente, sono due errori simmetrici".
"Il Corriere della sera mi definisce una specie di Don Chisciotte con la testa fra le nuvole, ingenuo e velleitario. Può darsi che abbia ragione nel senso che provare a rinnovare davvero la politica italiana, provare a diminuire l'astensione e provare a riportare gli italiani all'amore per la cosa pubblica può davvero sembrare per i padroni dell'informazione, per i padroni del Paese un tentativo stupido oltre che inutile. Io non lo credo".
"Credo che le cose migliori che si sono fatte in questo paese si sono fatte nelle stagioni in cui c'è stata un'irruzione della vita reale nell'astrazione della politica. Penso tra l'altro alla Resistenza e alla scrittura della Costituzione italiana, grandi momenti in cui gli italiani pensarono che la politica era troppo importante per lasciarla solo ai professionisti. Questo è vero anche a sinistra dove i professionisti hanno fatto in genere molti danni"
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