E' stato finalmente firmato ieri il Dpcm sull’Ape volontario, con molto ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge.
Il decreto attuativo della norma prevista dalla Legge di Stabilità 2017, consentirà ai lavoratori che abbiano compiuto 63 anni quest'anno, o nel 2018, di lasciare il lavoro in anticipo rispetto all'età della pensione di vecchiaia (66 anni e 7 mesi).
La richiesta va presentata all'INPS che verificherà i requisiti e quindi rilascerà l'assenso.
Nel periodo di licenziamento dal posto di lavoro il lavoratore riceverà una somma pari alla pensione che avrebbe ricevuto al termine della carriera, grazie ad un prestito stipulato con istituti bancari convenzionati, prestito che poi dovrà restituire a rate, con la pensione vera e propria.
Il Decreto non è comunque ancora operativo, infatti mancano ancora le firme delle convenzioni con ABI e ANIA, le associazioni delle banche e delle assicurazioni che dovranno garantire gli standard in materia di convenzioni bancarie per il prestito pensionistico e delle assicurazioni, che copriranno i casi di morte prima del rimborso totale delle somme.
La rata avrà un tasso tra il 2% fino al 5-5,5% medio annuo, ma il valore netto della decurtazione sulla pensione potrebbe essere inferiore grazie al credito d'imposta che può arrivare fino al 50% degli interessi sul prestito e sul premio assicurativo.
Il lavoratore può assumere la decisione di aderire o meno al pensionamento anticipato sulla base dei documenti informativi che gli verranno sottoposti in anticipo e può anche interferire sulla percentuale di assegno da richiedere.
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