Il paese che non trova stabilità
La vicenda "Consip" imperversa sui giornali e sui telegiornali e, più i titoli diventano a carattere cubitale, più alimentano umori di vario tipo nei lettori (che sono inoltre elettori).
Nei sondaggi più recenti, ma giudicati superati, il Pd è passato dal 28,1% al 26,9% ed ha subito il sorpasso del M5S, (27,1%), nonostante questi abbia subito la flessione dello 0,7%.
La Lega Nord è scesa al 12,8%, mentre Forza Italia si è attestata al 12,7%.
La nuova formazione Democratici e Progressisti di Speranza, Rossi e Bersani, è stata accredita del 2,9%.
Il 47% degli italiani se potesse scegliere vorrebbe andare al voto prima dell’estate. Il 18%, invece, vorrebbe le elezioni dopo l’estate mentre il 28% a fine legislatura, nel 2018.
Matteo Renzi scende -quanto a gradimento- al 26% (-1%), mentre restano stabili Salvini al 22%, Meloni 21%, Grillo 18%.
Se questi dati, vecchi di due/tre giorni fa, sono ritenuti superati, Massimo Franco, opinionista del Corriere della Sera, prefigura già una marcata distinzione del Governo Gentiloni dal Pd:
" Non più un Pd che considera quello di Paolo Gentiloni un «governo amico». Semmai, il premier costretto in qualche modo a tenersi a distanza dal suo partito, per i lampi di instabilità che sprigiona. La ricaduta immediata di quanto sta succedendo con le inchieste giudiziarie sulla Consip sembra questa. E il presidente del Consiglio l’ha capito così bene che ieri l’ha raccomandato a tutti i membri dell’esecutivo. Non è scontato che lo smarcamento riesca: dipenderà molto da come e a chi si allargheranno le indagini della magistratura, che coinvolgono il padre dell’ex premier, Tiziano Renzi, interrogato ieri, e il ministro dello Sport, Luca Lotti".
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