GIORNALE DI SICILIA
Ferlisi usa parole aspre che rendono superflua
ogni cautela da parte dell'opinione pubblica. Descrive lo sfascio e
l'irresponsabilità ormai molto diffuse all'interno delle amministrazioni
pubbliche.
«Il Comune di Palermo sulla base della stessa legge fa una cosa, il
Comune di Catania un'altra, Agrigento e Trapani un'altra ancora. Gli enti
locali non hanno punti di riferimento». Soprattutto «non c'è nessun controllo».
Un male antico che più volte su queste colonne abbiamo provato a denunciare.
Perché gli scandali emergono solo con l'intervento della magistratura? Perché i
meccanismi ispettivi interni non funzionano mai? Perché bisogna aspettare
sempre l'esondazione del malaffare per combattere l'inquinamento della vita
pubblica? I partiti che cosa rispondono agli interrogativi dell'opinione
pubblica?
Nulla. Non mostrano alcuna capacità di reazione. Silenzio assoluto.
Ma soprattutto nessuna volontà di cambiare passo. Sui disabili è stata scritta
una delle pagine più disonorevoli della storia dell'Autonomia. Un assessore
regionale sorpreso dalle telecamere nascoste mentre chiede parole di sostegno a
due ragazzi handicappati pur di conservare una poltrona che una precedente
inchiesta televisiva ha reso traballante. Per non parlare del caso di
Misilmeri, dove risultano ben cento persone con gravi problemi fisici. Più di
tutto il Piemonte. Un record imbattibile. Un imbroglio che vale qualche
centinaio di euro al mese. Quasi un elemosina. Rischiare tanto per così poco
significa avere la consapevolezza di poter godere di protezioni talmente forti
da sentirsi al sicuro.
Ferlisi non ha bisogno di molte parole per sintetizzare
lo stato delle cose: «Sono tantissimi i ricorsi al Òàã di Palermo
sull'assistenza agli alunni minori disabili. Il contenzioso costa milioni allo
Stato. I ricorsi vengono sempre persi dall'amministrazione pubblica». Significa
che le regole pubbliche sono state scritte tanto male da essere facilmente
attaccabili. La domanda, in queste situazioni, è sempre la stessa: si tratta
solo di incapacità o c'è di peggio? Per esempio collegamenti perversi degli
uffici pubblici con il mondo forense. Il presidente Ferlisi non sembra avere
molti dubbi al riguardo: «Non si capisce -dice- perché si è creato questo
sistema, cioè rivolgiti all'avvocato». Non è finita. C'è l'indecenza della
formazione. Il presidente Crocetta dice di voler fare pulizia ma gli enti si
oppongono. Situazione degna del miglior Pirandello: nulla è come appare. La
Regione paga ma non comanda. Le scuole sono semplici fornitori ma dettano le condizioni
dell'appalto. Evidentemente si sentono protette. Un oceano di inefficienza nel
quale nuotano clientele e interessi. Infine la disonestà che emergerebbe dalle
cartelle inevase di Riscossione Sicilia, se le indagini in corso dessero
conferma. Cinquantadue miliardi andati in fumo. Una parte non trascurabile per
colpa di politici renitenti ai doveri fiscali. Esattamente lo sfascio e
l'arroganza della politica descritti dal presidente del Tar. La frammentazione
in gruppi di potere in eterna lotta fra di loro. Nel frattempo i privilegi
della casta restano lì, fermi e inviolabili. E se qualcuno prova a toccarli
finisce, come nelle comiche, con le torte in faccia. Peccato che non ci sia
proprio nulla da ridere. Il presidente del Tar Ferlisi descrive sfascio e irresponsabilità
ormai diffusi all'interno delle amministrazioni pubbliche
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