La parola,
come un figlio
AGNESE MORO, figlia dello statista Aldo Moro assassinato
“La vita è come
un elastico, vai avanti avanti avanti ma in qualsiasi momento puoi tornare
indietro’’.
Creare una rubrica (sui giornali) significa unire
tempo e grandezza.
“Bisogna trovare il modo di non tradirla, mantenere il
significato del proprio ragionamento in quello spazio editoriale, e consegnare
il testo definitivo entro il giorno stabilito.
Un lavoro apprezzato? Nessuno può saperlo con
precisione ed in particolar modo l’autrice. Il ‘pezzo’ pubblicato sul giornale
non riceve risposta, il riscontro, quindi, se piace, o meno. E quando lo stesso
giornale non lo pubblica, si arriva ad avvertire la sensazione simile a quella
che capita quando un tuo figlio non viene apprezzato da altri”.
“Ricordare stanca e per circa dieci anni
non sono riuscita a leggere una sola riga scritta da Aldo Moro, perché lui era
così vivo in quei testi ed io stavo troppo male. Mio padre mi mancherà sempre.
È parte di me’’.
Lei da pochi anni ha scelto di incontrare e
perdonare quelli che hanno messo fine all’esistenza del papà. Ora i ricordi di
quando era vivo sono tornati, con l’effetto dell’elastico, in una veste nuova e
meno dolorosa: “È come se si fosse spezzata una spirale d’odio che ha
riguardato non solo le persone coinvolte, ma anche quelle che sono venute
dopo”.
“La vostra generazione (ndr. de govani) si sta convincendo di
contare poco, o nulla, ma anche solo scrivendo si può sovvertire questo luogo
comune e contare di più".
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