Rosario Crocetta finalmente comincia a dare il buon esempio.
Ha presentato all'Ars una lettera con cui prende atto che i 90 ancora non si decidono a tagliarsi le ricche retribuzioni e chiede che dal primo gennaio 2014 a lui siano ridotte sia le spettanze da deputato che quelle da presidente della regione.
Questa la lettera: “Con riferimento alla problematica individuata in oggetto (misure di contenimento, controllo e trasparenza dei costi della politica) - scrive Crocetta - ed in coerenza con le iniziative già adottate da questo Governo regionale in materia di riduzione della spesa pubblica e, nel caso di specie, dei costi della politica, nelle more della definizione dei procedimenti di adozione da parte della Regione Siciliana dei provvedimenti di competenza in materia, finalizzati ad uniformare le indennità spettanti ai deputati regionali alle prescrizioni dettate dal legislatore statale con diverse normative quali il D.L. 138/2011, il D.l. 95/2012 ed in ultimo, con il D.L. 174/2012, lo scrivente chiede che gli Uffici in indirizzo provvedano, ciascuno in relazione a quanto di rispettiva competenza, ad assicurare che, a far data dal primo gennaio 2014 , siano applicate le riduzioni alle indennità allo stesso spettanti nella qualità di Presidente della Regione siciliana e di deputato regionale, nelle misure come in atto determinate per effetto del “Decreto Monti” ed in coerenza con quanto convenuto in sede di riunione congiunta dalla Conferenza Stato, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano e dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome in data 30 ottobre 2012. Inoltre lo scrivente – prosegue Crocetta – chiede che venga sospesa dal primo gennaio 2014 la corresponsione di ogni ulteriore indennità allo stesso spettante ed afferente la copertura degli oneri inerenti la retribuzione di propri collaboratori parlamentari esterni (portaborse), ritenendo, in ogni caso, che tali compensi non debbano assolutamente transitare su mio conto corrente personale, ma dovrebbero piuttosto essere erogati direttamente ai dipendenti del singolo deputato, su delega del parlamentare che dovesse ricorrere all’assunzione di collaboratori esterni”.
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