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venerdì 27 dicembre 2013

Castello Calatamauro. Vicende storiche

Abbiamo già riferito di un insediamento abitato che in età che i ricercatori stanno studiando sorgeva in prossimità di Castello di Calatamauro
Del Castello esiste invece ampia documentazione storica che lo farebbe risalire ad epoca bizantina. Esso sarebbe stato importante presidio della resistenza della popolazione dell'isola contro i musulmani che dalla Val di Mazara avanzavano verso l'interno e poi in direzione della Sicilia Orientale.
Qal'at Mawro (Calatamauro = La Rocca del Moro)) è infatti compreso in un elenco di fortezze che, secondo l'Amari, si sarebbero nell'839 arrese all'invasore arabo.
Calatamauro è pure citato nel libro di Idrisi, geografo arabo, che si premurò di descrivere le località e le distanze fra di loro della Sicilia mussulmana. Idrisi parlò di Calatamauro ma non del Castello (da qui l'ipotesi che potesse riferirsi all'insediamento abitato di cui, in tanti oggi parlano).
Va comunque precisato che alcuni storici attribuiscono la denominazione Qual'at Mawro non al Castello sul territorio di Contessa ma ad altre località.

Vediamo un poco di ricostruire cio che ci è dato conoscere del Castello.
Esplicitamente del Castello parla la Jaida del 1182; ne parla in relazione alla delimitazione dei confini che venivano fissati fra i distretti del Regno normanno. Confini che -nella specie- distinguevano il territorio di Calatamauro da un lato e  quello di Batellaro dall'altro, in quanto il primo restava demanio del Re mentre il secondo (su cui poi sorgerà Bisacquino) veniva dal Re medesimo donato alla Cattedrale di Monreale. Quei confini lasciarono al territorio di Calatamauro anche tutta l'area che poi (poco più di un secolo dopo) i Peralta avrebbero donato all'Abazia di Santa Maria del Bosco.
Guglielmo II, il re normanno donatore di estesi feudi all'Arcivescovo di Monreale fu, invece, attento a tenere per sè il Castello di Calatamauro per l'importanza strategica che esso aveva nel contesto della Sicilia Occidentale. Non avrà avuto rilevanza secondaria -nella decisione- la circostanza che Entella -a breve distanza- ormai era divenuta la principale città islamica del Centro dell'isola e pertanto, nell'ottica socio-culturale dell'epoca andava tenuta sotto fermo controllo dal presidio militare di Calatamauro.
L'importanza militare del Castello crescerà ancora con Federico II (nel 1239 Calatamauro è classificata castra exempta), l'Imperatore che distruggerà in via definitiva Entella. 
Ancora con gli Angioini il Castello (ed il suo territorio, che poi sarà quello di Contessa) resta in dotazione al Demanio regio; per questa ragione nel 1282 (guerra del Vespro) esso con tutti i suoi vastissimi boschi subirà gli attacchi e le devastazioni dei Corleonesi-Palermitani.
Questo della guerra del Vespro sarà l'ultimo evento di guerra che vede coinvolto Castello Calatamauro in quanto di esso sapremo, in seguito, solamente i vari passaggi dal Demanio Regio ai domini dei baroni feudali (Peralta, Cardona etc.).
Nel Cinquecento lo storico Fazello descriverà il castello come residuo di rovine.
(segue)

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