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lunedì 30 novembre 2009

Antiche tradizioni - pratiche - usi - specificità locali, rilevabili ai giorni nostri (2)


6 dicembre: San Nicola di Mira – i panuzza
Il sei dicembre la Chiesa di rito greco, a Contessa Entellina, ricorda S. Nicola di Mira, patrono di tre paesi arbrëshë, Mezzojuso, Palazzo Adriano e, appunto, Contessa Entellina (Piana degli Albanesi ha invece in San Giorgio il suo patrono). A questa ricorrenza religiosa è connessa, nella memoria dei contessioti presenti in paese e/o emigrati, la memoria dei “panuzzi”.

Quando a Contessa c’era in attività l'istituto delle suore basiliane, erano loro che li preparavano, ricavandoli “dall’unione di tre piccole forme rotonde di farina impastata e poi trasformati, in forno, in pane e che stanno a simboleggiare la Trinità”; oggi i “panuzzi” in onore del Santo, la cui consistenza deve essere piuttosto dura, vengono preparati nei locali che furono delle “basiliane” da volontari vicini alla parrocchia e poi, nel corso della liturgia del 6 dicembre, benedetti e distribuiti ai fedeli per essere portati a casa.

Essi possono essere mangiati ovvero conservati “per divuzioni” e alla ricorrenza spezzati in tre e buttati in direzioni differenti per calmare i forti temporali. Si credono, infatti, miracolosissimi nello spegnere incendi, nel salvare da gravi pericoli imminenti, nel ridare guarigione agli ammalati e nei gravi pericoli di fulmini. Il tutto grazie alla considerazione che San Nicola gode quale taumaturgo (liberatore immediato da pericoli estremi e imprevedibili, protettore di coloro che subiscono ingiustizie, difensore dei poveri, guaritore degli ammalati, protettore di navi e naviganti).

La forma triangolare, costituita dall’unione delle tre piccole unioni profonde, veniva spiegata dalle suore “basiliane” per identificare la Trinità, ma anche per ricordare alcuni episodi della vita del Santo.
1. San Nicola, veniva narrato, nel corso della vita fornì (in modo nascosto, perché i cristiani non devono mai vantarsi dell’eventuale bene che fanno al prossimo) il denaro necessario alla dote matrimoniale di tre fanciulle che il padre impoverito e disperato aveva pensato di destinare, vittima della miseria materiale e spirituale, alla prostituzione.
2. In altra occasione, San Nicola, avrebbe liberato, con grande coraggio (perchè il cristiano deve disporre di coraggio in un mondo che si lascia affascinare dal male), tre miseri innocenti condannati a morte da un giudice iniquo.

Il piccolo “panuzzo”, composto dalle tre forme rotonde, è carico, pertanto, di significati e di memorie. Quei significati e quelle memorie, letti con gli occhi e la mente dell’odierna società dei consumi, efficientista, nei cui ingranaggi –consapevolmente o inconsapevolmente- siamo tutti incastrati appaiono residui di un antico mondo in cui “gesti” e “riflessioni” avevano grande importanza nella vita sociale. Oggi in pochi trovano il tempo, e la volontà, di scendere dalla corsa sfrenata -e senza una meta prefissata- del mondo, per fermarsi a riflettere sul senso di ciò che accade attorno. La società del passato, e fra essa la società contadina, cercava ed attribuiva a tutto, invece, un significato che fosse, o meno, appropriato. La società del passato si interrogava.
Il Contessioto

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