Si è chiusa oggi l'annuale assemblea dei 270 vescovi cattolici italiani che si è svolta ad Assisi. I vescovi hanno discusso di tanti temi, fra cui l'automatica esclusione dalla comunione dei credenti dei mafiosi (ma è stata anche approvata la possibilità che i corpi dei deceduti piuttosto che seppelliti possano essere cremati).
Fra i vescovi era presente anche l'Eparca di Piana degli Albanesi, Mons. Sotir Ferrara, di cui ci piace riportare qui sotto un suo lontano intervento -del 1° maggio 1984- a Portella della Ginestra dove interveniva nella qualità di Vicario dell'Eparchia, delegato dal Vescovo di allora Mons. Ercole Lupinacci.
Quel 1° Maggio del 1984 fu per la prima volta ricordato -dal lontano 1947, anno della strage in cui persero la vita 11 vittime innocenti cadute sotto i colpi della mitragliatrice piazzata sulle alture circostanti dagli uomini della banda Giuliano- sia dai sindacati che dalla Chiesa.
Davanti ad oltre tremila persone radunate davanti al "masso di Barbato", Mons. Sotir Ferrara, allora Vicario e delegato, come abbiamo detto, a quella manifestazione dall'Eparca, ha parlato agli intervenuti fianco a fianco col segretario generale aggiunto della Cgil regionale Ernesto Miata.
Mons. Ferrara precisò preliminarmente "Abbiamo subito aderito all'invito del sindaco di Piana che è giunto per la prima volta proprio quest'anno. Ieri il Vescovo ha partecipato direttamente al dibattito sul ruolo degli Enti Locali nella lotta antimafia e sarebbe stato presente anche oggi a Portella, se non avesse preso un precedente impegno a Contessa Entellina". Egli ha quindi proseguito sottolineando la continuità della lotta contro la mafia e le forze oscure della reazione per la libertà e la giustizia dai giorni della strage a quelli nostri.
"La vitalità di un popolo è commisurata alle azioni da lui compiute o subite, al dinamismo nella ricerca della libertà, alla limpidezza e alla cristallinità dei suoi rappresentanti e dei suoi dirigenti" ha detto l'allora Vicario di Piana.
"Trentasette anni fà, in questo luogo, undici persone immolarono la loro vita per un ideale di giustizia -ha aggiunto Mons. Sotir Ferrara- Subirono la massima violenza, perchè nella luce e nella limpidezza ricercavano la pace. Questa ricerca di pace e di giustizia causò la reazione bestiale di forze che agiscono di norma nell'oscurità, allora come oggi, nel tentativo di soffocare nel sangue questa ricerca".
Con il passare del tempo, però questa lotta non si è conclusa. Le forze della reazione non si sono rassegnate e così in tutto il paese sono avvenute nuove stragi. Lo ha ricordato nella seconda parte del suo discorso Sotir Ferrara. "I tentativi si sono ripetuti nel corso degli anni (Milano, Brescia, Bologna ed i martiri caduti contro la mafia in Sicilia), ma queste forze più o meno occulte non sono riuscite e non riusciranno mai a fermare il cammino di crescita della nostra società. Crescita difficile sì, ma continua".
Nell'ultima parte del suo intervento il Vicario dell'Eparchia di Piana ha voluto ribadire come i tanti caduti di questa battaglia non sono morti invano.
"Il sangue dei martiri -ha affermato Mons. ferrara- ha cementato fra loro le forze democratiche ed ha fatto fiorire il seme del culto della ricerca della pace nella libertà e nella giustizia. Questo monumento vuole quindi essere innanzitutto una testimonianza del sacrificio dei caduti, per noi tutti che formiamo l'odierna società, invece deve essere uno stimolo a sempre meglio operare in favore dei valori ideali e sociali tendenti a migliorare le condizioni di vita morali e materiali della società".
Dopo quel primo maggio di venticinque anni fà la Chiesa di Piana non ha più, in maniera evidente, segnato la vita sociale. Forse è mancato il carisma e la vitalità di Mons. Ercole Lupinacci, oggi Eparca a Lungro ? Oppure è l'Eparchia in sè, come istituzione, che vive una realtà diversa da quella delle vittime e dei martiri ?
Il Contessioto
Nessun commento:
Posta un commento