Apprendiamo che i nostri due massimi rappresentanti (nel senso che fingono di fare la voce grossa) ai vertici del governo nazionale (Miccichè) e regionale (Lombardo) hanno impugnato la via dell'autonomia e della (finta) contrapposizione ai poteri romani e lombardi, con riferimento alla Lega nord. Siccome riteniamo non credibile le finte battaglie condotte da due uomini che ormai da decenni sono sulla ribalta politica senza che mai si siano distinti nel curare i veri interessi della Sicilia, preferiamo rivolgere l'attenzione ad una sommaria storia dello stemma della Sicilia (triskeles), che ha più di 2300 anni, essendo stato adottato per la prima volta dai 'sicilioti', ossia i greci di Sicilia, con la monetizzazione di Agatocle, signore di Siracusa.
Nel I secolo a.C. il simbolo, che vorrebbe richiamare la configurazione geografica triangolare della Sicilia e dei suoi tre promontori, lo si ritrova nella monetizzazione di Panormo, Ieta ed Agrigento e nei timbri di mattone di cui allora si faceva discreto uso per indicare l'appartenenza territoriale delle varie zone dell'isola.
La triskeles siciliana, ha al centro delle tre gambe il volto della Medusa, una delle tre feroci Gorgoni che mitologicamente ha una testa circondata da serpenti infuriati, con zanne di cinghiali sporgenti dalle labbra, le mani di bronzo e le ali d'oro.
Sin dall'antichità, alla triskeles (che era in uso in più paesi dell'antichità nel Mediterraneo orientale), qui in Sicilia, sono state aggiunte delle spighe di grano, a simboleggiare la fertilità dell'isola. Col trascorrere del tempo e dei secoli la Medusa ha perso la sua ferocia pur conservando la chioma di serpenti, ma più composta.
Il Contessioto
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