Crisi del governo regionale che sortisce fra chi deve controllare, più degli altri, il costante e diffuso clientelismo. E intanto la società civile va in frantumi e l'immondizia, a Palermo e provincia, inonda le strade.
Per contribuire a chiarire il disastro "immondizia" riportiamo dal Giornaler di Sicilia la scheda che segue, pubblicata il 12 novembre scorso.
Il Contessioto
COSA SONO GLI ATO
La sigla sta per “ambito territoriale ottimale”. Si tratta in pratica di società d’ambito, istituite dalla Regione, che raggruppano vari comuni territorialmente contigui per garantire la gestione unitaria ed integrata dei rifiuti solidi urbani. Nella Provincia di Palermo sono sei, oltre al capoluogo.
FRA DEBITI E DIVIETI
Tutti gli Ato, operativi dal 2006, versano in gravi difficoltà economiche. Basti pensare che cinque su sei hanno accumulato debiti per oltre 65 milioni di euro con l’Amia, proprietaria della discarica di Bellolampo, utilizzata dagli stessi consorzi per smaltire i rifiuti. Le insolvenze maggiori sono quelle del Coinres (che gestisce l’Ato4, Bagheria, Villabate e dintorni) con oltre 20 milioni di euro di arretrati e della Servizi Comunali integrati (Ato1, Partinico e comuni limitrofi), con una cifra leggermente inferiore. A tutti l’Amia ha chiuso le porte della discarica, finchè non salderanno i rispettivi debiti.
LA RIFORMA IN CANTIERE
In tutta la Sicilia gli Ato sono 27. Nel 2008 alla Regione era stata varata una bozza di riforma che ne riduceva il numero a nove, cioè uno per ogni provincia, più uno eventuale per tutte le isole minori. Una riforma però che non è mai decollata. Lo scorso 20 ottobre si è insediato un tavolo di lavoro presieduto dall’assessore regionale al territorio, Mario Milone, che dovrà occuparsi proprio dell’esame della bozza di riforma degli Ato.
LE POSSIBILI NOVITA’
Il nuovo piano prevede soprattutto che le competenze gestionali sul servizio di raccolta tornino ai comuni che possono a loro volta affidarlo con gara d’appalto. Gli Ato sarebbero dei consorzi di sindaci che si occuperebbero solo degli aspetti programmatori. Prevista anche una procedura di ripianamento dei debiti (900 milioni in tutta l’isola) che passa da prestiti bancari e recupero delle tasse non riscosse.
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