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venerdì 12 dicembre 2014

Il lungo cammino della cultura moderna (2)

Qualsiasi cambiamento è fonte di
ristrettezze per una parte di coloro che vi sono coinvolti 
e genera ostilità, almeno nel breve periodo

Lo sviluppo economico di una regione, di un'area continentale è un mosaico formato da innumerevoli tasselli, ognuno dei quali, proprio come nei tasselli dei mosaici bizantini, sotto alcuni aspetti si differenzia dagli altri.
In genere per capire il perchè in un paese, rispetto ad un altro, si è conseguito il benessere occorrerebbe osservare lo svolgimento di quel territorio per più secoli, se non millenni.

Ecco, stiamo tentando di capire -come preannunciato nel precedente testo- che il benessere è figlio della "cultura" di un popolo.
L'invenzione del telefono
e la sua immediata applicazione
dmestica segnarono una svolta nel-
l'evoluzine socio-culturale iniziata
con il telegrafo.
Come mai prima d'ora
nella storia, l'informazione
significa potere
L'osservazione di un territorio -nel lungo termine- mostra come e perchè avviene la 
-distribuzione degli insediamenti,
-la gestione della terra e dei pascoli,
-la conduzione degli allevamenti ed il lavoro nei boschi,
-lo sfruttamento della pesca e la modalità di uso dell'acqua nei campi,
-la produzione artigianale.

Se poniamo l'occhio ai fenomeni ora ricordati è facile accorgersi che i mutamenti sono avvenuti lentissimamente lungo i secoli ed i millenni. I cambiamenti fino a pochi decenni fà comunque non furono mai tali da sottrarre l'uomo dai condizionamenti dell'habitat.

Oggi, giustamente a causa della crisi si esige dal governo di ciascun paese, dai governi della Unione Europea, di adottare politiche economiche tali da invertire i processi che creano disaggio. Non era così nei secoli passati: quando un territorio, un continente, veniva sovvertito da una catastrofe naturale, dalla pressione demografica che rendeva insufficienti le risorse disponibile, ogni comunità ne risentiva gli effetti, senza che lo squilibrio inducesse i capi popolo ad adottare nuove tecnologie o altre iniziative per bilanciare, o incrementare, la produzione o salvaguardare l'assetto idrogeologico.

Ritratto dell'economista
britannico Adamo Smith.
Nella sua pera difende il
lavoro, l'attività umana,
come fonte di ogni ricchezza
e come misura reale
del valore di scambio
di ogni bene.
Condanna il protezionismo
sostenendo il libero
scambio e il non intervento
dello stato in
materia economica.
La lotta dell'uomo contro gli ambienti potenzialmente ostili, nei secoli, è stata una guerra senza fine.
Accanto all'esistenza materiale (di stampo primordiale) le comunità umane -lentamente- hanno sviluppato culture straordinarie.
Si può comunque affermare che dal XVIII secolo con l'avvio dell'industrializzazione alla Prima Guerra mondiale, lo sviluppo economico divenne sempre più solido e indirizzato ad una economia integrata a livello globale. Queste tendenze, oggi, le vediamo ulteriormente svilupparsi sotto i nostri occhi.

Lo sviluppo è -nonostante la signora Merkel- a discapito delle situazioni di stabilità.
Negli ultimi decenni, o secoli, è risultato chiaro che i processi storici sono in rapporto dinamico tra le forze che spingono verso il mutamento, il cambiamento,  e la forza d'inerzia delle vecchie strutture economiche, politiche, sociali e culturali.

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