Cosa ne sanno della "Liberazione" gli italiani ? A quanto pare poco o nulla se diamo ascolto ai sondaggi elettorali che continuano a premiare populisti, neo-fascisti e partiti demagoghi ed inconcludenti.
Da 74 anni nel nostro Paese si celebra la "Liberazione" dai nazi-fascisti, la festa della "democrazia". Mai nessun partito post-guerra ha contestato il valore, il significato della "democrazia" sull'autoritarismo e l'esclusivismo autoritario dell'estrema destra. Da quando gli italiani hanno scoperto le chiacchiere a vuoto del Pd e le ruberie correnti superiori a quelle della Prima Repubblica si sono consegnati (armi e bagagli) agli incompetenti e ai neo-fascisti; una cura peggiore della malattia.
Le ruberie continuano ancora ai nostri giorni, e addirittura frazioni della mafia possiedono collegamenti con gangli rilevanti governativi (se le indagini della Magistratura confermeranno quanto i giornali in questi giorni scrivono).
La Liberazione (25 Aprile) è una festa di tutti gli italiani che credono nel valore della libertà. Molte sono state nella storia e anche nella politica le interpretazioni delle vicende precedenti e seguenti il 25 aprile; Non vi è dubbio che grande merito va attribuito alle forze "alleate" dell'Occidente che hanno respinto l'occupazione tedesca successiva all'8 settembre 1943. A respingere l'aggressività nazista ha grandemente contribuito pure l'Armata Rossa che dall'Est dell'Europa ha costretto i nazisti a sgomberare i tanti campi di concentramento e i tanti impianti crematoi (offesa alla dignità dell'uomo) che sorgevano nei paesi baltici ed in Polonia ai danni di ebrei, zingari e militari italiani che rifiutavano di combattere per i nazi-fascisti. Fra questi ultimi non mancarono concittadini nostri, di noi contessioti.
Liberazione, significa pure liberazione da una Monarchia (dei Savoia) che si era consegnata ed aveva consegnato l'Italia al Fascismo in violazione delle regole dello Statuto.
Liberazione significa trionfo delle forze partigiane, unite, dall'estrema sinistra comunista (purtroppo asservite allora allo stalinismo russo) a quelle democratiche socialiste, cristiane e liberali.
La data del 25 aprile per tutti, a prescindere dalle collocazioni, é stata finora ed è quel giorno che segna la fine di una guerra sanguinosa, caratterizzata quindi anche da un’invasione straniera e da una dittatura infausta.
In questi 74 anni sinistra, centro e destra, che in Italia, se facciamo eccezione per la tendenza espressa peraltro in termini numericamente spesso ridotti e politicamente ininfluenti dal Msi, non si sono mai rifiutati di celebrare questo avvenimento di portata simbolica decisiva per il futuro del paese.
Declino della Ragione
Oggi assistiamo a Sindaci di comuni leghisti che si rifiutano di celebrare questo storico accadimento e ministri e dirigenti politici che, contrariamente a quanto fecero Berlusconi e Bossi, non intendono partecipare ad alcuna cerimonia.
Ha fatto molto effetto una dichiarazione di Di Maio contro la Lega accusata di essere alleata in Europa di chi nega addirittura l’Olocausto, senza accorgersi che gli alleati di costoro in Italia continuano ad essere proprio i Cinque stelle, il partito di maggioranza che collabora con la Lega (e che del populismo demagogico ed inconcludente è la più alta espressione).
Oggi abbiamo ministri che non studiano la storia. La storia é oggi concepita come un diversivo e la sua negazione é anzi esaltata da chi si improvvisa rinnovatore, come se il passato fosse da evitare, come se tutto cominciasse con loro.
Non comprendere la caratteristica di uomini come Nenni, De Gasperi, Togliatti, ma più tardi anche di Berlinguer, Moro, Craxi, La Malfa, e di ciò che é avvenuto ieri é alla base del modo superficiale e disarmante col quale i Di Maio ed i Salvini stanno affrontando i temi del presente. Dilettantismo politico, rozzo e soprattutto incolto che impera anche sulla memoria storica.
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