Comprendere il romanticismo non è possibile se non alla luce di ciò che è stata la Rivoluzione Francese e il contributo della cultura Illuminista per lo sviluppo e la crescita dell'essere umano. Situazione ed apporto che proveremo ulteriormente ad esplorare dal prossimo appuntamento di "Cultura e politica".
Sulla pagina odierna proseguiamo nell'intento di capire perchè i "romantici" della prima metà dell'Ottocento si lamentarono tanto di un presunto "mondo perduto".
Sulla pagina odierna proseguiamo nell'intento di capire perchè i "romantici" della prima metà dell'Ottocento si lamentarono tanto di un presunto "mondo perduto".
La dissoluzione dei legami sociali.
I romantici descrivono e mostrano sofferenza per l'avanzare sin dal primo Ottocento del fenomeno che adesso noi definiamo "dissoluzione dei legami sociali" e persino alienazione dei rapporti umani, distruzione delle antiche forme organiche comuntarie della vita sociale.
Ai romantici non piace l'isolamento dell'individuo nel suo Io egoistico, che è divenuto ai nostri giorni la caratterstica e l'elemento primario della società capitalistica dell'Occidente. Società capitalistica che ha scelto come cuore e assetto fondamentale del proprio isolamento "indivduale" la città.
I romantici avvertono -nella nuova società dell'egoismo capitalista- di sentirsi soli, incompresi ed incapaci di comunicare con i propri simili nel cuore della nuova società moderna, appunt la città, realtà materialmente massificata e moralmente deserta.
Sostanzialmente -per i romantici- la nuova società della modernità non è più in condizione di rispondere alle "eterne" domande metafisiche dell'uomo, ai suoi dubbi, alle incertezze ed alle paure riguardanti l'esistenza. Anzi essi colgono che la modernità si sviluppa all'insegna del progresso e dell'incremento dei beni di consumo. Secondo Walter Benjamin (filosofo, scrittore, critico letterario, pensatore che si è occupato di epistemologia, estetica, sociologia, misticismo ebraico e materialismo storico) la modernità punta ai "progressi del dominio della natura e non rifette sui regressi della società". Da qui, secondo i romantici, l'alienazione, l'isolamento, l'incomunicabilità di cui la città moderna è simbolo.
Sostanzialmente -per i romantici- la nuova società della modernità non è più in condizione di rispondere alle "eterne" domande metafisiche dell'uomo, ai suoi dubbi, alle incertezze ed alle paure riguardanti l'esistenza. Anzi essi colgono che la modernità si sviluppa all'insegna del progresso e dell'incremento dei beni di consumo. Secondo Walter Benjamin (filosofo, scrittore, critico letterario, pensatore che si è occupato di epistemologia, estetica, sociologia, misticismo ebraico e materialismo storico) la modernità punta ai "progressi del dominio della natura e non rifette sui regressi della società". Da qui, secondo i romantici, l'alienazione, l'isolamento, l'incomunicabilità di cui la città moderna è simbolo.
Il "fare poetico"
ed il "fare tecnico"
Per concludere sui punti di avversione che l'ancora inziale società moderna, post Rivoluzione Francese, ha prodotto, sintetiizziamo:
--il progresso scientifico e materiale della società moderna esigono specializzazione e la gran parte delle attività umane rivendicano sempre più autonomia.
I romantici da parte loro aspirano ad una società complessiva dove tutto si mescoli: amore, arte, poesia, religione, conoscenza del mondo.
--Ai nostri giorni la società occidentale che è -e resta- erede della Rivoluzione Francese tende ai compiti pratici e soprattutto a quelli redditizi, ma per i romantici la poesia (l'arte ..) resta essenziale per la vita e la crescita umana degli individui.
I romantici da parte loro aspirano ad una società complessiva dove tutto si mescoli: amore, arte, poesia, religione, conoscenza del mondo.
--Ai nostri giorni la società occidentale che è -e resta- erede della Rivoluzione Francese tende ai compiti pratici e soprattutto a quelli redditizi, ma per i romantici la poesia (l'arte ..) resta essenziale per la vita e la crescita umana degli individui.
Ha avuto modo di dire il
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
"Lo sviluppo della scienza e della tecnica offre opportunità nuove e straordinarie al genere umano, ma l'idea stessa di progresso scientifico continua ad essere inseparabile dalla ricerca di un valido umanesimo".
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