Luce
(termine molto caro al nostro Parroco,
Papas Nicola, che non manca di farne
frequente riferimento nelle omelie domenicali)
Il vocabolo Dio nella sua
radice indoeuropea significa "Luce ".
Questo significa che l'esperienza del divino e' intimamente legata alla scaturigine della vita, ossia la luce.
Questo significa che l'esperienza del divino e' intimamente legata alla scaturigine della vita, ossia la luce.
Nell'attimo in cui veniamo alla luce
entriamo nella dimensione del mistero che avvolge per intero l'intero corso della nostra
esistenza.
Il senso del divino, la religiosità, nasce quindi dalla circostanza che l'uomo non può prescindere dalla prospettiva di assoluto ed è solamente la religione a poter rispondere a questo bisogno.
Il filosofo della logica e del linguaggio Ludwig Wettgenstein (Vienna, 26 aprile 1889 – Cambridge, 29 aprile 1951) ebbe a sostenere: il senso della vita, cioe' il senso del mondo, possiamo chiamarlo Dio.
Cristianesimo-incarnazione
Alla base delle festività natalizie c'è
la dottrina riguardo a Cristo riportata:
-nel Nuovo Testamento,
-nei testi dei Padri della Chiesa delle
origini
-e nei dogmi dei primi concili promossi
dalla Chiesa.
L'invisibile in un preciso tempo della Storia umana si è reso visibile, incarnandosi in un uomo di nome Gesù.
"L'incarnazione del Verbo" è una espressione dei primi tempi del Cristianesimo ed è pure il titolo di un libro scritto da Atanasio di Alessandria (
L'uomo con Adamo avrebbe perso
l'immagine del Creatore -posseduta in precedenza-.
Per ripristinare l'antica immagine era
necessario che nel mondo arrivasse il modello da cui Adamo era stato ricalcato.
Il Figlio di Dio venendo nel mondo
avrebbe assolto proprio al ruolo di modello da dover imitare per tornare
all'antica immagine.
Così scrive Atanasio: "Il
santissimo Figlio del Padre, che e' l'immagine del Padre, è venuto nelle nostre
regioni per restaurare l'uomo a sua immagine".
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