Le vecchie casupole di montagna oggi rappresentano solo
un’imposta in più da pagare per i proprietari. Molte di esse sono abbandonate e
lasciate al proprio destino.
Tante di queste costruzioni fino all’inizio del Novecento
ospitavano attività pastorizie ma adesso non sono altro che ruderi che nessuno
vuole.
Un paio di anni fa l’Agenzia delle Entrate (Catasto) con un
drone ha sorvolato per mesi la provincia avvistando i fabbricati presenti sul
territorio, grazie a quella mappatura fu possibile procedere a un confronto con
le banche dati catastali.
Vennero alla luce immobili fantasma un po’ ovunque.
Andranno adesso regolarizzate per evitare che vengano ritenute abusive.
Oltre a capanni e depositi, una parte riguardano immobili
rurali che ormai non lo sono più, infatti per mantenere le esenzioni i
proprietari devono dimostrare di esser registrati imprenditori agricoli
iscritti alla Camera di Commercio.
In questi giorni l’Agenzia delle Entrate sta invitando i
proprietari a regolarizzare l’accatastamento a fronte di una irrisoria sanzione.
Chi non aderirà a questa ipotesi dovrà decidersi a perdere
queste testimonianze del passato, che comunque costituiscono un patrimonio culturale.
A Contessa una dopo l’altra le storiche case di campagna,
in pietra con archi e angoli per cucinare, che fino a decenni fa ospitavano le
famiglie dedite alla pastorizia oggi versano in condizioni piuttosto cedevoli,
rimangono i muri ed i tetti semicrollati.
Si tratta di immobili qua e là per la campagna.
All’orizzonte non esiste nessun progetto di riqualificazione o di recupero,
anche perché il tutto a volte è reso ancora più difficile dalla burocrazia e
dai costi.
Diverse vecchie costruzioni sono ormai suddivise tra decine
di proprietari e nessuno se ne occupa. Rappresentano un peso economico perchè
l’Agenzia delle Entrate –una volta catastate- chiedera di pagarci sopra le
imposte, sia pure non gravi.
Certo, sarebbe iniziativa culturalmente importante che
nascesse un Movimento per il recupero delle
vecchie strutture per tenere in vita la campagna e la nostra Storia, ma
sappiamo bene che queste vecchie testimonianze sembrano rappresentare un peso e
basta.
Alcune di queste strutture verosimilmente risalgono al
Settecento. Quando ancora veniva praticata l’agricoltura su basi familiari erano
stabilmente utilizzate nella stagione estiva dai vasti parentati allora
frequenti, poi nei decenni più recenti c’è stato il disinteresse generalizzato.
Addirittura ancora oggi in alcuni casi è difficile risalire ai proprietari,
alcuni sono morti da tempo e l’intestazione non è stata più aggiornata.
L’iniziativa di questi giorni dell’Agenzia delle Entrate
contribuirà -forse- alla loro massiccia demolizione.
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