Un Paese che non segue i fatti
dell'economia si lascia attrarre
dalle vicende demagogiche e populiste
PIETRO ICHINO, giurista del lavoro
I vitalizi sono ormai “diritti quesiti”, dunque intoccabili? Su questo punto la giurisprudenza è abbastanza chiara: “quesiti” non significa intoccabili. Se ce ne sono motivi seri, il vitalizio parlamentare, come il trattamento pensionistico comune, può essere ridotto non soltanto quando il titolare è ancora in attesa della sua attivazione, ma persino, in via straordinaria, quando è già stato attivato; purché secondo criteri di ragionevolezza. Da anni sostengo che, date le circostanze, sarebbe ragionevolissimo ridurre la parte non guadagnata di tutte le rendite pensionistiche, siano esse erogate dall’Inps o da altro ente.
Il problema è – ci dicono i tecnici – che per buona parte dei casi l’Inps non dispone dei dati necessari per calcolare la differenza tra pensione erogata e contributi versati.
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La Camera sta approvando il disegno di legge Richetti, che prevede il ricalcolo secondo il criterio contributivo anche dei vitalizi maturati prima del 2012; e per i nuovi prevede l’aggancio automatico del requisito di età a quello che si applica per la generalità dei lavoratori.
Ho spiegato altrove perché considero questo – a parte alcuni marginali eccessi da correggere – come un completamento giusto e opportuno dell’opera del Governo Monti. C’è però una disposizione di questo disegno di legge, frutto di un emendamento del M5S, clamorosamente ingiusta e incoerente: quella che esclude espressamente la possibilità del ricalcolo con il sistema contributivo anche delle “pensioni d’oro” attivate dall’Inps prima del 2012, quando si poteva andare in pensione con 15 o 20 anni di contributi e con una rendita interamente commisurata all’ultima retribuzione, magari artificiosamente gonfiata.
Posso capire che si rinunci a ridurre la parte non guadagnata di queste rendite a causa dei problemi tecnici di cui ho detto altrove; ma non riesco proprio a capire la logica che induce il M5S a sancire la loro irriducibilità in linea di principio. Anch’esse costituiscono un’ingiustizia ai danni delle nuove generazioni. O dobbiamo considerare ingiusti solo i privilegi e le rendite degli ex-parlamentari?
FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE.
Gli italiani guadagnano meno «di due decenni fa». A dirlo è il Fondo monetario internazionale che individua nella ripresa «troppo debole» post-crisi finanziaria il problema del paese. Secondo gli economisti del Fondo «la retribuzione degli italiani è caduta in basso durante la crisi e non ha ancora raggiunto il ritmo di crescita dei principali paesi dell’area dell’euro». Gli economisti di Washington suggeriscono all’Italia di riformare la contrattazione per svilupparla «a livello aziendale anziché a livello nazionale», una misura che stimano potrà portare l’occupazione a crescere di 4 punti percentuali. Altrimenti, insistono ancora, l’Italia impiegherà almeno un altro decennio per portare le retribuzione al livello del 2007.
STEFANO FASSINA, deputato di Sinistra Italiana
Macron l'europeista nazionalizza i cantieri navali Stx e fa fuori Fincantieri.
Il Governo italiano sta a guardare, mentre Vivendi conquista la TIM.
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