L'Italia è un Paese civile che fa parte dell'Unione Europea. Così pensiamo in tanti che sia e così pensiamo in tanti che debba essere.
Ma...
Troppe sono le lacune che lasciano immaginare che il nostro Paese è parecchio di-staccato da quelli progrediti che in materia di diritti non transigono.
Se a Contessa Entellina il Comune -da due anni, o forse di più- non ha garantito il diritto dell'acqua potabile ai residenti nel borgo Pizzillo, un'altra grande lacuna, diffusa soprattutto nel Sud del paese, è quella dell'evasione scolastica
28 Luglio 2010:
l'acqua è un diritto umano
Con 122 voti favorevoli, nessun contrario e 41 astenuti, il 28 luglio 2010, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 64/292 che riconosce l’accesso ad un’acqua sicura e pulita e all’igiene come un diritto umano (A/RES/64/292).

Prima di quella data data l'acqua non era riconosciuta come un diritto, era un bisogno dell'uomo. Senza essere economisti tutti sappiamo la differenza fra "bisogno" che può essere soddisfatto secondo i prezzi vigenti sul mercato solamente da chi possiede disponibilità e "diritto fondamentale" che spetta a tutti, è inalienabile, imprescrittibile (e pure irrinunciabile).
IN ITALIA
Il servizio idrico integrato -in Italia- è un servizio pubblico locale di interesse generale che, in attuazione della Costituzione ed in armonia con i principi comunitari, deve essere effettuato da un soggetto di diritto pubblico, non tenuto alle regole del mercato e della concorrenza.
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Altri diritti inalienabili che in più parti del Paese risultano disattesi.
In tutti i paesi moderni e democratici l'esistenza della scuola dell'obbligo e il diritto allo studio sono pure essi -come il diritto all'acqua- componenti del patrimonio inalienabile dell'umanità, di cui forse frettolosamente ci riteniamo sicuri.
E invece l'analfabetismo in Italia ha dimensioni significative. Nel 2008 soltanto il 20% della popolazione adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi nella società contemporanea.
Palermo -secondo dati di dieci anni fa- è la città (tra quelle con più di 250 000 abitanti) con la più alta percentuale di analfabeti d'Italia ed è seguita da Messina e Bari.
E' inaccettabile che l'Italia, nel contesto europeo, sia in coda nella classifica dei ragazzi che non godono del diritto allo studio.
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Se le Amministrazioni pubbliche consentono simili enormi buchi nel tessuto formativo e di vivibilità dei "c-i-t-t-a-d-i-n-i" è segno che l'Italia è governata e amministrata da chi non ama nè il paese nè il Paese.
Sui diritti disattesi
continueremo.
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