Nicolas Sarkozy (sostenuto da Obama) portò la guerra in Libia
trascinando tutta l’Europa in una avventura che sembrava senza soluzione.
Emmanuel Macron sembra, salvo imprevisti, essere riuscito a portare
in Libia la pace, senza comunque rinunciare alle antiche ambizioni d Sarkozy: piazzare in Libia la Total al posto dell'Eni e tutte le altre multinazionali francesi etc.
L’Italia che della questione libica aveva
ricevuto il mandato dall'Onu e dall'Unione Europea è rimasta ai margini,
esattamente come ai tempi del governo di Silvio Berlusconi che a Gheddafi
baciava le mani ma non sapeva fare altro.
Il governo Gentiloni così come non ha combinato
un fico secco in politica interna altrettanto (con l'inconcludente ministro
degli esteri) si è rivelato in politica estera.
La realtà è molto semplice. Da tempo la politica
estera dell’Italia è debole, guidata con scarsa autorevolezza da Angelino,
personaggio privo di visione e strategia, impegnato più ad occuparsi del suo
partitino che degli interessi del Paese.
Tutti ricordiamo quante umilianti storie
l’attuale ministro degli esteri ha consentito che accadessero durante la sua permanenza
al Viminale.
In questo caso "libico",
l'inconcludente ministro che aveva da assolvere al mandato ONU e UE e che
si è lasciato scavalcare (con tutto ciò che consegue) solamente le dimissioni gli restituirebbero un minimo di dignità.
Ma sappiamo bene che si guarderà bene dal
presentarle.
E l'Italietta continuerà a essere insieme a
lui irrilevanti in Europa e ancor di più nel mondo.
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