La Signoria di Contessa (con seggio a Palazzo dei Normanni).
Lo Stato di Kuntissa.
Gli arbereshe che sul finire del XV secolo arrivano in Sicilia e vengono immessi nei feudi dei Cardona (ci riferiamo ovviamente agli arbereshe di Contessa), da quanto le ricerche storiche lasciano finora trasparire, non costituirono un affare di Stato, nel senso che ad essere coinvolti -al di la' delle ovvie informative- non e' stato l'Impero di Spagna ne' il Regno di Sicilia e ancor meno lo Stato Pontificio.
Il Regno di Sicilia non fu, nelle sue espressioni rappresentative, per nulla o quasi coinvolto dall'arrivo dei profughi. I Cardona erano i Signori di vasti territori nella parte occidentale dell'isola per ragioni ereditarie pervenute dai Peralta e in piena autonomia colsero l'opportunità di popolarli accogliendo gente bisognosa che fuggiva dalle invasioni ottomane nei Balcani.
A Messina, che periodicamente fungeva da capitale del Regno, i Cardona a cui capitava peraltro di svolgere il ruolo di Vice-re, accolsero i nuovi arrivati e fornirono loro le opportune istruzioni per raggiungere i loro domini di famiglia.
Lo Stato, che oggi (nel 2017) ha la competenza sugli immigrati che arrivano a Lampedusa o sulle coste siciliane, allora non si poneva alcun problema sui flussi di stranieri in arrivo purché fossero cristiani né sui siti di destinazione all'interno del Regno (in pratica non immaginava di dover realizzare strutture del tipo Care di Mineo).
Come leggere questi fenomeni per cui un feudatario, o lo stesso Vescovo di Monreale poteva liberamente decidere in piena autonomia di popolare i suoi feudi nell'area dove sorgerà Piana degli Albanesi, in assenza di interferenza Regia o Vice-Regia ?
Esisteva teoricamente l'onere per i baroni di chiedere la "licentia populandi", ma la Sicilia era piena di "casali abbandonati", risalenti alla cacciata degli arabi, e questa circostanza giustificava un pò tutto.
Chi erano i Signori (laici o ecclesiastici) dei feudi siciliani nel XV secolo?
Il sistema feudale per essenza propria si caratterizzava generalmente e nella fase della sua maturità per la debolezza del potere regio e la supremazia sui territori dei Signori.
Soffermandoci sul sistema feudale del XV secolo, constatiamo che nell'isola le prerogative connesse alla Signoria dei feudatari erano -comunque- differenti da quelle di una proprietà privata come la potremmo intendere a nostri giorni.
I Signori feudali (baroni) erano titolari di una concessione di beni e di diritti di godimento esclusivo che potevano liberamente conferire ai loro vassalli.
Le terre del feudo ed il loro godimento potevano quindi essere conferite dai Cardona ( o dal Vescovo di Monteale) a chi loro ritenevano e alle condizioni più libere.
I Signori dei feudi godevano inoltre, per concessione regia, di una serie di prerogative giurisdizionali, riassumibili nei poteri di giustizia e di banno, ossia di comando e coercizione sui residenti. Rappresentavano l'Autorità pubblica in via esclusiva.
Quello dei Cardona nel territorio della neo costituita Signoria di Contessa, successivamente organizzata in "Universita' = Comune", fu uno Stato nel seno più ampio del Regno di Sicilia. E "stato di Kuntissa" continuano a chiamarlo -ancora oggi- gli anziani dei paesi vicini.
I Cardona ed i loro successori, in rappresentanza dello "Stato signorile di Kuntissa", ebbero assegnato un seggio a Palazzo dei Normanni, dove già avevano altri seggi in rappresentanza del marchesato di Giuliana, della contea di Chiusa, della Signoria di Burgio, etc. etc.
Avremo modo di meglio e speriamo piu' sistematicamente esplorare, rispetto a quanto finora compiuto sul Blog, la vita socio economica ed istituzionale dei decenni a cavallo fra XV e XVI secolo all'interno della Signoria di Contessa.
Nessun commento:
Posta un commento