Viabilità in Sicilia
Sulla condizione della viabilità nel territorio di Contessa Entellina, e più ampiamente dell'interno dell'isola, si meravigliano solamente i nostri emigrati, che tornando a rivedere per pochi giorni i luoghi dell'infanzia e a salutare i propri parenti ci chiedono: "ma in che condizione di arretratezza vivete ?".
I cittadini locali siamo -in effetti- assuefatti al degrado infrastrutturale e non ci accorgiamo più di nulla; ci siamo pure scordati che desiderare il meglio è un modo di continuare ad essere "vivi" e di godere del mondo.
Quelli fra noi che già risultano "morti"-culturalmente e spiritualmente continuano a segnare "mi piace" su fb.
Non sappiamo aggiungere altro.
Nel dopo Unità d'Italia la viabilità nell'isola era...
Così lo storico:
Il commercio interno che consisteva specialmente in quello del grano e dell'olio faceasi per mezzo di animali da soma ed in particolare di muli, come praticasi tuttora nei paesi che sono sprovvisti di strade rotabili.
I più agiati proprietari teneano un gran numero di tali bestie che spedivano carichi di derrate njei luoghi coi quali esercitavano i loro traffici. Da tre sino ad otto di tali animali attaccati l'un dopo l'altro per poter camminare negli angusti sentieri, chiamavasi redina e la mula più gagliarda che era la prima e su cui montava il condottiero detto "burdunaro" chiamavasi caporedina.
Una strada provinciale in Sicilia |
Dal numero di queste redine si misurava l'agiatezza dei proprietari. Dei muli medesimi si avvalevano i viaggiatori; se non che le persone nobili e ricche faceano uso delle lettighe. Infatti tutti gli antichi ponti, molti dei quali ancora esistono, furono costruiti per servire a quell'uso, essendo disadattati al transito dei carri, attesa la ristrettezza loro e la forte pendenza delle rampe difficili alla accessione dei carri.
Fin oltre la metà dello scorso secolo (ndr. il riferimento è all'Ottocento) la Sicilia mancava quasi intieramente di vie atte alle ruote tranne taluni piccoli tratti presso qualche città demaniale e vicino la capitale. Ma queste piuttosto che strade carreggiabili poteano chiamarsi sentieri i quali seguendo le naturali irregolarità della superficie del terreno venivano in qualche modo spianati e permettevano in taluni mesi dell'anno il passaggio dei carri e delle carrozze.
Francesco Paolo Perez
(Palermo, 19 marzo 1812 – Palermo, 17 febbraio 1892)
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