E' scattato ieri il giorno che alcuni hanno definito "della vergogna".
Il riferimento è al giorno in cui scatta il diritto per parlamentari dell'ars di godere, dopo quattro anni e sei mesi di permanenza a Sala d'Ercole, di un trattamento "pensionistico", che per pudore viene definito "vitalizio".
Potranno riscuoterlo nella misura di poco più di mille euro all'età di 65 anni.
Il privilegio è sconcertante perchè i comuni mortali necessitano di un minimo di venti anni di versamenti contributivi per avere diritto alla pensione minima che -peraltro- si aggira sui settecento euro. Potranno fruirne -inoltre- a quasi 67 anni.
Nulla è cambiato, qui da noi, dall'epoca dei baroni, degli amici di re Ruggero. Non è cambiato nulla chiunque sieda alla guida: siano i conservatori dell'antica mentalità "strafottente", siano i falsi "progressisti" attenti agli affari propri, famelici come gli altri.
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