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martedì 30 maggio 2017

Pavel A. Florenskij. Una figura del Cristianesimo del Novecento

I nostri sono tempi che lentamente, ma con costanza, vedono crollare una dopo l'altra le certezze che il passato ci ha trasmesso.
Viene da chiedersi nell'attuale clima culturale e sociale quale sia il ruolo che la Chiesa vuole assumere nel contesto di questo ventunesimo secolo. 
Non stiamo discutendo della figura del Papa. Per quanto ci riguarda l'attuale  pontefice è quanto di meglio possa esistere nei palazzi vaticani. Mi auguro possa resistere in quei palazzi fino a riuscire a raddrizzare la barca che ad oggi sa solamente ergersi a strumento di Potere.

La nostra sensazione è che non serva una Chiesa che prova a dialogare con la gente, il popolo di Dio, mediante lo schermo della gerarchia e mediante l'uso delle Congregazioni Romane che mediante personaggi privi di meriti e conoscenza che non siano quelle libresche sono assurti a Segretari o Sottosegretari o a Prefetti e dal loro ruolo scelgono governatori (vescovi ?)  a loro fedeli da destinare ai territori completamente sconosciuti ad essi, o modificano deliberati sinodali con letterine di cinque righe per imporre cambi di identità a territori trattati come colonie da addomesticare, costi quel che costi.

Questo tipo di Chiesa non è altro che una realtà autoritaria e prevaricatrice che nulla ha a che fare col messaggio bimillenario di quell'ebreo che portando un messaggio nuovo a chi lo attendeva si premurò anche di abolire le gerarchie, asserendo che chi vuole essere primo e capace di imporre qualcosa agli altri deve servirli e deve capirne l'humus con cui sono stati impastati dalla Storia. 
Quell'ebreo non disse mai di usare bigliettini di cinque righe per disporre dei popoli.

Il filosofo Vattimo in un libro ebbe ad esprimersi: "Negli ultimi tempi, ho riaperto e ritrovato il mio rapporto col cristianesimo, ma devo dire che l'ho ritrovato accettando piuttosto la fede delle vecchiette che la fede dei teologi ...".
La fede in effetti la si ritrova più nel rapporto con i preti di campagna, ritenuti "inadatti" per le grandi cattedrali, piuttosto che con chi viene da lontano per impartire disposizioni in linea con chi scrive trattati teologici nell'acqua o con chi, dentro le Congregazioni Romane, "governa sui popoli".

Dal prossimo post con questo stesso titolo inizieremo a tratteggiare la figura di un grande del Novecento:   Florenskij.

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