Il governo Renzi a Dicembre ha varato la legge di
Bilancio ben sapendo (furbizia italiana ?) che violava le regole
L'Italia è stata "invitata" dall'Unine Europea a correggere i conti pubblici in direzione della riduzione di 3,4 miliardi del disavanzo.
Il nostro governo ha tirato fuori -come ormai fa da venti anni- una serie di paroline che ormai nessuno in Europa intende più accogliere:
spending review,
lotta all'evasione,
e altre insignificanti (in bocca agli italiani) parole che significano: prese in giro.
L'Unione Europea che conosce bene i politici italiani sta intanto per pubblicare un rapporto sul debito pubblico italiano ad hoc che altrove farebbe arricciare i capelli, ma in Italia produce - come da anni - semplici alzatine di spallucce.
Perchè ?
La legge di Bilancio ha causato lo scollamento di 0,2 punti percentuali di Pil rispetto al deficit atteso (di 2,2%) e quello messo a bilancio (di 2,4% ).
L'Italia ad oggi ha un debito sopra il 130% del Pil ma anche un disavanzo strutturale sotto il 3%.
Secondo le regole di buna amministrazione il quadro di regia dovrebbe segnare:
-disavanzo di bilancio non superiore al 3% del prodotto interno lordo e
-debito pubblico non superiore al 60% del Pil, (e qualora fosse fuori da questa soglia che sia inserito all'interno di un programma di discesa).
L'Unione Europea ha a disposizione due momenti:
1) momento "preventivo": orientare verso l'obiettivo di solidità.
2) momento "correttivo": scatta per "stabilire quali azioni devono intraprendere i paesi nel caso in cui il loro debito pubblico o disavanzo di bilancio venga considerato eccessivo".
La procedura per i disavanzi eccessivi (PDE) è disciplinata dall'articolo 126 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
Perchè la pignoleria ?
E' ovvia!
la furbizia italica si riversa sui
contribuenti europei, mette in difficoltà l'euro,
alimenta la convinzione che essere furbi paga
Se i parametri non sono rispettati e le misure proposte non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi, il Consiglio avvia la procedura in base alle raccomandazioni della Commissione.
Qualora queste non venissero rispettate, è nella facoltà europea di multare il Paese con un'ammenda che può raggiungere lo 0,2% del prodotto interno lordo. (pari proprio a 3,4 miliardi di euro).
Nessun commento:
Posta un commento