Una Parrocchia Cristiano-Ortodossa
a Palermo.
a Palermo.
La Comunità Ortodossa Rumena di Palermo riunisce in se i fedeli di
confessione cristiana ortodossa, di nazionalità rumena, ma non solo quella. La Comunità formalmente sottosta alla giurisdizione canonica della Sacra Archidiocesi
Ortodossa d'Italia, che a suo volta dipende dal Trono Patriarcale di
Costantinopoli-Nuova Roma - punto di convergenza e di comunione ecclesiastica
di tutti gli antichi Patriarcati Ortodossi (Alessandria, Antiochia e
Gerusalemme) delle Chiese Ortodosse Autocefale Nazionali, la Chiesa Ortodossa
Rumena compresa.
La Comunità Ortodossa Rumena di Palermo è composta da persone arrivate nell'isola dopo il 1990, per motivi economici, alla ricerca di una vita nuova.
La Comunità Ortodossa Rumena di Palermo è composta da persone arrivate nell'isola dopo il 1990, per motivi economici, alla ricerca di una vita nuova.
Fino a qualche tempo fà la Chiesa da essi fruita a Palermo era
la antica Chiesa di San Giorgio dei Genovesi, vicina al porto. Si tratta della
Chiesa che storicamente è stata nella disponibilità dagli arbrệshe cattolico-bizantini di
Palermo, prima che fosse loro assegnata la Chiesa della Martorana.
Uno degli ultimi parroci arbrệshe di quella Chiesa fu Papàs Chiarchiano, originario di Palazzo Adriano e imparentato con Papàs Lino LoIacono originario di Contessa Entellina, che sarà invece il primo parroco della Chiesa della Martorana.
Domenica scorsa, 12 febbraio, alla Comunità Rumena di Palermo è stata affidata, presenti l'Arcivescovo Cattolico-romano di Palermo e quello di Monreale, la chiesa di San Vito, alle Mura, alle spalle del teatro Massimo.
La Liturgia solenne di San Giovanni Crisostomo è stata seguita da una affollata assemblea di popolo. Apprezzata dai partecipanti è stato il saluto, nello spirito dell'Ecumenismo, degli arcivescovi Lorefice (di Palermo) e Pennisi (di Monreale).
In molti si sono interrogati sull'assenza del Vescovo di Piana degli Albanesi. Pur non sapendo se lo stesso sia stato o meno invitato, molti osservatori ormai rimpiangono la tradizionale intraprendenza per la vocazione ecumenica che ha indelebilmente caratterizzato -nei tempi andati- il governo episcopale di Mons. Giuseppe Perniciaro e di Mons. Ercole Lupinacci e -in qualche modo- di Mons. Ferrara, dell'Eparchia di Piana degli Albanesi.
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