Ci viene richiesto da un lettore di chiarire come avviene -ed in quali tempi- il trasferimento di un sacerdote (di un parroco, per la precisione). Ci viene richiesto inoltre di rispondere tenendo conto della vicenda di Papas Nicola e di Don Mario.
Ringraziamo il lettore che ha ritenuto che questo blog possa avere una risposta per ogni problematica di interesse generale, tuttavia non abbiamo esitazione a riconoscere la nostra inadeguatezza nel campo del diritto canonico.
Per non deludere completamente la persona che ci ha sollecitato a dare il chiarimento proviamo, qui, a fornire dei flash stesi grazie al supporto di chi è più attrezzato in questo campo di quanto non lo siano i collaboratori abituali del blog.
1) Fra gli impegni del Vescovo c'è quello di dover scegliere e poi assegnare i parroci alle comunità da lui guidate.
2) In genere in ogni diocesi dovrebbe esistere un gruppo di sacerdoti-saggi che avendo cognizione della diocesi (Eparchia) sono in condizione di coadiuvare col parere il Vescovo nelle decisioni che riguardano i trasferimenti.
3) La decisione finale spetta comunque sempre al Vescovo. L'Eparchia di Piana degli Albanesi trovandosi, come dire, sotto commissariamento si trova nella condizioni che a decidere i trasferimenti devono essere due vescovi, l'ordinario Sotir Ferrara, e il delegato pontificio, Francesco Pio Tamburrino.
4) Dopo che il Vescovo (o i due vescovi) ha deciso i trasferimenti convoca gli interessati e comunica l'intendimento. In questa sede si apre fra gerarca e destinatario della decisione il dialogo. Nel caso dei trasferimenti eparchiali questa fase si è svolta nei giorni 22-23-24 luglio.
5) Generalmente il sacerdote convocato accoglie -con fede- la decisione del Vescovo, che viene ritenuta frutto di un discernimento adeguato.
6) E' ovvio che esistono casistiche differenti fra un destinatario e l'altro dei provvedimenti di trasferimento. Ci sono parroci che all'atto della nomina iniziale hanno ricevuto l'incarico a tempo indeterminato ed altri che l'hanno ricevuto a tempo determinato e conseguentemente il dialogo sopra ricordato avviene con connotati modulati a ciascuna posizione.
7) Ci sono -inoltre- Diocesi che conferiscono l'incarico di parroco per la durata di nove anni e con la clausola "fatte salve le ragioni di ordine pastorale o per motivi personali che non inducono a provvedimenti anticipati".
Per quanto ne sappiamo l'Eparchia di Piana non ha mai conferito incarichi con particolari accorgimenti alle fattispecie contemplate dal Codice di diritto canonico.
8) Il parroco trasferito può proporre ricorso contro il decreto di trasferimento, tuttavia l'iter processuale che riguarda la legittimità della nomina di un parroco non inibisce la facoltà del Vescovo di nominare un sostituto, in modo che non ne abbiano nocumento i fedeli.
Tutto sembra semplice ed in effetti abbiamo visto per le vie del paese tante foto di Papas Nicola con le valigie e pronto ad adeguarsi. Sappiamo che Papas Nicola è l'ubbidiente; noi tutti lo conosciamo. Nessuno di noi ha visto in giro foto di Padre Mario Bellanca con le valigie e la macchina pronta a partire in direzione di Piana degli Albanesi.
In questa fase, che si dice si protrarrà fino al ventitre agosto, tutti i parroci coinvolti nella rotazione hanno ricevuto la lettera raccomandata con cui è stato comunicato loro la decisione di Mons. Ferrara e Mons. Tamburrino, ossia che Papas Nicola debba raggiungere Palazzo Adriano e Padre Mario Piana degli Albanesi. In più, rispetto a quanto è di dominio pubblico, possiamo aggiungere che il decreto è stato fatto proprio, controfirmato con una esortazione, per dargli maggior autorevolezza, anche da Roma, ossia dal prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, cardinale Leonardo Sandri.
Noi tutti sappiamo inoltre che Padre Mario da anni non ha rapporti di collaborazione col suo Vescovo ma col suo Avvocato.
Sarà costui pertanto a scandire tempi e modi procedurali a cui il provvedimento di trasferimento verrà sottoposto.
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