a cura di Nino Montalbano
Vorrei esprimere il mio punto di vista in merito al trasferimento di Papàs Nicola Cuccia. In primo luogo sono documentabili i suoi meriti e le migliaia di attività che ha saputo portare avanti a Contessa restando sempre a contatto con i giovani e meno giovani. Nello stesso tempo ha saputo diffondere i valori della pace e della preghiera, del dono all’altro.
Il problema del trasferimento non è un problema suo, lui potrà svolgere il suo ministero in un altro comune e nemmeno troppo distante da qui e nemmeno della curia perché non lascia scoperto il posto a Contessa, semmai è un problema di noi Contessioti che ci ritroveremo senza un punto di riferimento.
E’ chiaro, quindi, che ognuno di noi (sia di rito greco che latino) debba passarsi la mano sulla coscienza e cercare di capire cosa può fare per evitare che ciò accada e non soltanto per sé stesso ma anche per i ragazzi, i quali anno bisogno dei valori che lui porta avanti per crescere bene.
Nello stresso tempo non bisogna dimenticare quello che Papàs Nicola Cuccia ha cercato di insegnarci, non bisogna cercare la guerra perché lui vuole la pace, la preghiera, il rispetto degli altri e delle istituzioni, dimenticare queste cose e lottare soltanto per la sua presenza fisica a Contessa significherebbe non aver capito, significherebbe perdere e vanificare tanti anni di duro lavoro.
Io penso che i contessioti, fondamentalmente anche inconsapevolmente, hanno deciso questi trasferimenti e sono sempre loro che potranno decidere di cambiare lo cose, con le forme giuste di protesta e preghiera.
In certi momenti mi viene da pensare che il valore di una persona lo capisci quando la perdi e il trasferimento a noi contessioti darebbe una bella lezione, ma in questo momento non è sostenibile perché ci restano poche cose buone e dobbiamo tenerle strette e allora proporrei una manifestazione di preghiera, come un forte abbraccio domenica per la Paraklisis con la presenza di tutti i contessioti, del Vescovo e anche di Don Mario.
Nino Montalbano
“Un genitore saggio lascia che i figli commettano errori. E' bene che una volta ogni tanto si brucino le dita.” Mahatma Gandhip.s.: il resto l’ho detto l’anno scorso sul blog dell’Eparchia se volete leggerlo cliccate http://sandemetriopiana.blogspot.com/2009/08/un-contessioto-ci-scrive.html
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