Il dubbio ha sempre accompagnato il percorso dell’uomo. Come ci piacerebbe avere le certezze dell’autore che nello scritto precedente ha esaltato “l’opera” di Mons. Tamburrino per la Rinascita dell’Eparchia. Purtroppo riteniamo si tratti di una certezza figlia dell’entusiasmo giovanile.
Troppa gente, in vari settori della vita sociale ed organizzativa ha ritenuto di rilanciare il proprio ente, la propria azienda, la propria Chiesa, spostando di qua e di là i propri collaboratori. Così facendo dà agli osservatori semplicemente la sensazione che qualcosa si muova.
Non passa poi troppo tempo che le conseguenze, ancora negative, verranno a galla. Il movimento, lo spostamento, evidenzia solo che qualcuno si avvale alla cieca dell’Autorità, dell’intenzione di far capire che esiste. Ma lascia il corpo organizzativo privo –come lo era prima- della linfa vitale. Un Ente, una Azienda, una …. Eparchia, una qualsiasi organizzazione, ha bisogno per riprendere il cammino –purtroppo interrotto per varie vicissitudini- di riscoprire il motivo di essere, lo scopo della sua esistenza, la meta da raggiungere.
Soltanto quando sarà chiaro a tutti i suoi ‘componenti’ questo quadro potrà, eventualmente, discenderne la riorganizzazione e, se necessario, i possibili trasferimenti e spostamenti.
In buona sostanza: prima la rivitalizzazione ideale e poi i possibili accorgimenti materiali (e organizzativi).
In concreto
L’Eparchia di Piana degli Albanesi da parecchi anni agli occhi di qualunque osservatore (credente o meno) è smarrita e priva di entusiasmi.
Si dirà che per una diocesi è ovvio che obiettivi e scopi consistono nella evangelizzazione del proprio territorio. Non c’è nulla da riscoprire. Certo ! Ma se tutto diventa una routine e nei tesori della tradizione bizantina non si rinvengono energie da diffondere tutt’attorno è chiaro che la macchina organizzativa diventa ‘grigia’ e ‘burocratica’, ed in tal caso, erroneamente, la mancanza di slancio si ritiene di poterla rinvenire negli spostamenti dei parroci, compiuta alla cieca, per mostrare che esistono le Autorità.
In questi giorni si rincorrono voci secondo cui il cosiddetto piano di rinascita sarebbe stato elaborato sui più umani e scontati criteri. Criteri usuali nella società meridionale.
A) Lasciare ai loro posti gli uomini forti o supposti tali;
B) Assecondare negli spostamenti coloro che vantano particolari relazione amicali;
C) Spostare persone anche valide per far posto a quelli di cui al precedente punto B)
D) Spostare chi ha creato problemi.
Vedremo se quando saranno ufficializzate le decisioni dei “prelati” le voci di corridoio, di radio fante, avranno trovato conferma.
Ci dispiacerebbe soltanto se noi che amiamo la tradizione bizantina dobbiamo dissetarci leggendo i libri pubblicati dalla comunità di Bose (Piemonte) piuttosto che sentirci investiti dalla presenza dell’Eparchia di Piana degli Albanesi.
Nessun commento:
Posta un commento